Roma , venerdì, 3. giugno, 2022 18:00 (ACI Stampa).
Si scende piano, verso il centro della grotta. Non passano che pochi minuti e già si avverte, distintamente, di essere in un luogo diverso, in cui si percepisce la presenza del sacro. Questa è veramente la “casa dell’arcangelo”, a Monte Sant’angelo, in Puglia. Qui arrivano pellegrini da ogni parte del mondo fin dal 490 d.C., anno in cui secondo la tradizione avvenne la prima apparizione dell’arcangelo Michele sul Gargano a san Lorenzo Maiorano.
Un primo santuario venne costruito nel 493 proprio sulla grotta dove avvenne l’apparizione. Secoli e secoli di devozioni, di preghiere, di fatti straordinari hanno, in un certo senso, modellato queste pietre, questi scalini, gli altari, le immagini…Tutto parla un linguaggio antico e insieme presente, senza tempo. Il santuario di San Michele Arcangelo è stato ed è il centro di culto dell'arcangelo dell'intero Occidente, modello tipologico per tutti gli altri. Nell'Alto Medioevo il Santuario era uno dei quattro luoghi più frequentati della cristianità occidentale per la redenzione spirituale, secondo il trinomio Homo, Angelus, Deus, che prevedeva la visita alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo a Roma e a san Giacomo di Compostela, (Homo); all'Angelo della Sacra Grotta di Monte Sant'Angelo (Angelus); a Gerusalemme (Deus). Nel corso dei secoli, milioni di pellegrini si sono recati in visita a questo luogo di culto così antico. Santi, ponteifici, principi, e una folla di gente comune che continua a cercare qui la presenza del divino. Nel 2011 il santuario diventa Patrimonio Mondiale dell'Umanità Unesco, confermando, se mai ce ne fosse stato bisogno, anche l’immenso valore artistico e culturale.
Questo luogo fa parte di un percorso affascinante, sulle orme del giornalista Luigi Ferraiuolo che ora ha pubblicato il suo “Italia Sacra, straordinaria e misteriosa – Viaggio per esploratori con l’anima”, pubblicato dalle Edizioni San Paolo, (pp. 351, euro 20). Già dal titolo si capisce che il libro rappresenta viaggio alla ricerca di luoghi straordinari, nascosti e misteriosi , una vera e propria caccia al tesoro che da anni ingrossa le fila dei suoi appassionati. Ed ecco che si scopre che in Italia esistono le “chiese delle ossa”, o che in un angolo incantato della Toscana si trova la spada di re Artù, conficcata sulla roccia, che ci sono chiese antichissime “abitate” da angeli e visitate da anime in pena, e molti altri misteri che aprono dimensioni “altre” nella nostra quotidianità.
La mappa dei luoghi insoliti traccia una sorta di strada che attraversa tutta l’Italia. Fino in Sicilia, dove, come ci racconta l’autore, troviamo villa Palagonia a Bagheria, alle porte di Palermo. Una villa a testimonianza della follia del suo proprietario. Anche il grande Goethe nel suo “Viaggio in Italia” lo descrive con dovizia di particolari, con l’affastellarsi di mostri e personaggi stravaganti che popolano il suo parco in forma di statue, sul modello di quel che viene progettato a Bomarzo, nel famoso parco dei mostri. Tutto per iniziativa di Francesco Ferdinando II Gravina, principe di Palagonia.
Il viaggio si sposta nel Nordest, nella laguna di Venezia. La stessa Serenissima ospita molte case, palazzi, chiese, monasteri che nascondono storie intriganti. Però in laguna aleggiano atmosfere molti più inquietanti. Poveglia è una piccola isola che risulterebbe, secondo gli esperti, tra i luoghi più sinistri e infestati del mondo.