Città del Vaticano , giovedì, 2. giugno, 2022 16:00 (ACI Stampa).
Rischiava di passare inosservata, la decisione di passare la gestione del personale della Santa Sede dalla Segreteria di Stato alla Segreteria per l’Economia. E invece, una lettera di padre Juan Antonio Guerero Alves, di cui ha riferito Vatican News, ha messo in evidenza la questione. E non è un dato di poco conto, se si pensa che questa direzione del personale era stata oggetto di un vero e proprio giallo nel marzo 2020.
Andiamo con ordine. La gestione del personale è sempre stata in mano alla Segreteria di Stato, che era, da Paolo VI in poi, organismo di coordinamento della Curia Romana. Questo non era stato messo in discussione nemmeno con l’istituzione della Segreteria per l’Economia.
Poi, però, si è deciso filosoficamente di dare ad entrambe le Segreteria l’appellativo di “segreteria papale”. E il Papa, a seguito della gestione dell’investimento della Segreteria di Stato sul Palazzo di Londra, ha deciso di togliere alla Segreteria di Stato l’autonomia economica (andata all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica), ma anche parte dei ruoli di coordinamento, andati alla Segreteria per l’Economia, che, affidata a padre Guerrero Alves, è diventata un organismo di fiducia del Papa. In questo modo, Papa Francesco voleva evitare che si creassero centri di potere troppo elefantiaci, e con competenze tali da poterne fare degli ostacoli in alcuni casi.
Dal 5 giugno, con l’entrata in vigore della Praedicate Evangelium, la Segretetria per l’Economia si dota così della Direzione per le risorse umane. Padre Guerrero, nella lettera, chiede ai dicasteri consigli e suggerimenti su come migliorare la qualità e l’occupazione di tutti.
Guerrero parla di “pianificazione e selezione del personale”, di “valorizzare la professionalità e favorire la mobilità”, ma anche di “acquisire competenze dall’esterno, assumendo collaboratori consapevoli di che cosa significhi lavorare per la Santa Sede”.