Parigi , mercoledì, 25. maggio, 2022 14:00 (ACI Stampa).
Sviluppare uno spirito missionario e uno spirito collaborativo, che è proprio lo spirito sinodale; portare avanti un cammino spirituale; impegnarsi nelle vocazioni. Nella prima omelia da arcivescovo di Parigi, Laurent Ulrich delinea il suo “programma di governo” e lo pone in continuità con quello dei suoi immediati predecessori, a partire dal più immediato, quel Michel Aupetit le cui dimissioni furono accettate “sull’altare dell’ipocrisia”, come aveva detto Papa Francesco.
Il 23 maggio, l’arcivescovo Ulrich si è insediato in una diocesi di Parigi ancora scossa per le dimissioni del suo arcivescovo, ferita dalla presenza di una cattedrale, Notre Dame, ancora chiusa e in restaurazione dopo l’incendio del 15 aprile 2019: Una diocesi, in fondo, sotto shock. Si è presentato con un discorso molto politically correct, dove le citazioni sono tutte quelle che si pensino giuste in questo pontificato, di fatto discostandosi dalla linea più battagliera dell’arcivescovo Aupetit.
Tutti guardavano, dunque, alle prime parole del nuovo arcivescovo, che ha ricordato subito sia Aupetit che Notre Dame. E ha poi rimarcato che il Difensore, ovvero “lo Spirito di verità” che difende “non la verità scientificamente provata”, ma piuttosto “la verità che concerne il mistero del rapporto dell’uomo e di Dio nella persona di Cristo”, un Difensore che “fa costantemente un lavoro in noi, anche se non sempre lo vediamo”, come testimoniano i 400 aduli della diocesi di Parigi che saranno presto cresimati.
Parendo dalle letture, l’arcivescovo Aupetit lamenta che, con l’arrivo di Paolo in Macedonia, comincia quella storia che lega il cristianesimo all’Europa “forse troppo”, al punto da diventare un dominio che genera il rifiuto di oggi. E nota che lo Spirito Santo “ispira nella Chiesa il desiderio dell'Unità dei cristiani che la Storia ha diviso; comprendiamo che è Lui che soffia su queste Chiese quando cercano vie di pace tra i popoli; quando sostengono gli sforzi di un'Unione tra i nostri popoli che rispetti le loro differenze e le loro culture; quando sostengono con gli ultimi papi, e in particolare con Francesco, che l'unità prevale sul conflitto; e soprattutto quando sanno che è meglio costruire che incoraggiare la sfiducia e che il tempo è superiore allo spazio: far nascere e permettere di sviluppare processi virtuosi in termini di comportamenti pacifici e di ecologia integrale, quella che rispetta i più fragili come tanto quanto la natura”.
Secondo l’arcivescovo Ulrich, “qui sta la radice di progetti giusti per il nostro continente”. E allora si deve “prestare attenzione alle sofferenze di una epoca”, e “dviluppare uno spirito missionario e uno spirito collaborativo, che è proprio lo spirito sinodale, nella Chiesa oggi, nella nostra diocesi di Parigi, seguendo le grandi intuizioni del cardinale Lustiger, mantenute e sviluppate dal cardinale Vingt-Trois e da monsignor Aupetit”.