Roma , sabato, 21. maggio, 2022 10:00 (ACI Stampa).
C’è molta attesa per la prossima Assemblea Generale dei vescovi italiani che si riunirà dal lunedì prossimo. Sarà l’ultima assemblea presieduta dal card. Gualtiero Bassetti che giovedì mattina ha rassegnato le proprie dimissioni da presidente della Cei e da arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, nelle mani di Papa Francesco.
Lo ha annunciato lui stesso al termine di un convegno, a Perugia, su Giorgio La Pira. “Ho rimesso nelle sue mani il mio mandato di vescovo e di presidente della Cei, che doveva proprio concludersi con la prossima Assemblea generale dei vescovi italiani”, ha detto il porporato spiegando che dal 27 maggio in poi “sarò vescovo emerito, come lo è stato prima di me mons. Giuseppe Chiaretti. Ho deciso di rimanere in diocesi, dopo essere stato a Firenze, in Maremma, a Massa Marittima-Piombino, e poi ad Arezzo-Cortona-Sansepolcro, dopo aver fatto un po' il pellegrino” perché “questa è l'ultima diocesi che il Signore mi ha affidato, che è la nostra diocesi, che è diventata per me come Firenze, la 'culla' da dove ero partito”.
Il tema del Sinodo sarò il focus dell’Assemblea a partire da martedì pomeriggio. Sinodo che vede impegnate le diocesi italiane da diversi mesi. Lo scorso fine settimana si sono riuniti a Roma i referenti delle oltre duecento diocesi italiane e i 12 vescovi delegati delle conferenze episcopali regionali in un clima che è stato definito “positivo” e “propositivo”, caratterizzato dal “desiderio di raccontare e condividere la creatività dei territori”. “È questo – ha detto Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, vicepresidente della Cei e membro del Gruppo di coordinamento nazionale del Cammino sinodale – a dare sostanza al nostro Cammino sinodale: dobbiamo lasciarci ferire dalle domande e vedere cosa emerge dalla raccolta dei sogni e delle critiche. Siamo chiamati ad essere una Chiesa ‘camper’, che sa muoversi e accogliere, senza fissarsi sul terreno. Solo così riusciremo a essere prossimi e a camminare con i fratelli e le sorelle che ci stanno accanto”. Durante l’incontro – il secondo dall’avvio del cammino sinodale – le istanze emerse dalle sintesi diocesane che saranno poi affrontate dai vescovi in Assemblea alla quale parteciperanno anche due referenti per ogni regione ecclesiastica.
Il Cammino sinodale continuerà anche nel prossimo anno pastorale con la fase narrativa in cui ci sarà ancora spazio per l’ascolto e per il racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori. E poi, l’anno successivo, con la fase sapienziale. Cammino che va avanti, quindi, in tutte le diocesi del nostro Paese. A Padova, nella domenica di Pentecoste - 5 giugno - Messa solenne in cattedrale per l’apertura ufficiale del Sinodo diocesano della Chiesa di Padova, annunciato il 16 maggio dello scorso anno dal vescovo Claudio Cipolla. Saranno presenti i delegati che comporranno l’Assemblea sinodale chiamata a tracciare le linee guida per la vita della chiesa locale a partire dai temi scaturiti durante la fase preparatoria, durata un anno. “Entra nel vivo l’impegnativo cammino che la Chiesa padovana ha osato intraprendere come momento per fermarsi e guardare la propria direzione. Chiesa intesa in senso ampio, non il solo clero, perché l’esperienza cristiana riguarda tutti i battezzati”. ha spiegato il vescovo. Annunciato il 16 maggio 2021 dal vescovo entra nella seconda fase il sinodo diocesano.
“Il Sinodo sarà aperto proprio il giorno di Pentecoste, pienezza della Pasqua, per chiedere che sul nostro lavoro scenda la forza del suo Spirito e cambi l’acqua in vino, come a Cana di Galilea; il pane e il vino, in corpo e sangue di Cristo come nell’Eucaristia delle nostre comunità; la nostra assemblea in corpo del Signore risorto. Il dono è sempre eccedente rispetto alle attese”, afferma il vescovo Cipolla. Sabato scorso l’assemblea del XXXI Sinodo della Chiesa di Napoli, convocata dall’arcivescovo, Mimmo Battaglia, per aprire il confronto tra i membri sinodali sugli atteggiamenti che la comunità ecclesiale deve assumere per affrontare le sfide del nostro tempo e del territorio sul quale essa insiste. Ricominciare, partecipare, tutelare, educare, dialogare, sperare, comunicare, curare, accogliere”, la ricetta per stare accanto ai fragili e ai vulnerabili, per essere “chiesa in uscita e rinnovarsi per essere fedele alla missione evangelica” spiega la diocesi.