Città del Vaticano , giovedì, 19. maggio, 2022 20:00 (ACI Stampa).
Proprio mentre il Cardinale Angelo Becciu sta dicendo che, se avesse mai sospettato che monsignor Alberto Perlasca stesse nascondendo qualcosa, questo sarebbe dovuto andarsene, lo stesso monsignor Perlasca entra da una porta laterale dell’aula polifunzionale dei Musei Vaticani che fa da aula di tribunale, zainetto di pelle sulla spalla destra. Alla sua vista, il promotore di Giustizia Alessandro Diddi ne fa notare la presenza, mettendo in luce come potesse essere un problema, essendo anche un testimone. E il presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone lo invita subito a lasciare l’aula, cosa che monsignor Perlasca fa piuttosto di malavoglia.
È questo il colpo di scena dell’ultima parte dell’interrogatorio del Cardinale Angelo Becciu. Altra novità del processo è il memoriale di poco più di venti pagine depositato da Cecilia Marogna, l’esperta di intelligence che ha aiutato la Segreteria di Stato nella liberazione di suor Gloria Narvaez, e che dettaglia una serie di rapporti avuti con il Vaticano: dall’incontro con vertici dei servizi italiani, al ruolo avuto come intermediaria con alcuni emissari russi che volevano acquisire le reliquie di San Nicola, ai colloqui con l’imprenditore Piergiorgio Bassi su un fondo Imperial che sarebbe stato a suo dire depositato nello IOR, fino ai rapporti con la società di intelligence Inkerman.
Il processo, come noto, verte sull’investimento della Segreteria di Stato su un Palazzo di lusso a Londra, ma tocca anche il Cardinale Angelo Becciu per il ruolo che avrebbe avuto come sostituto nel favorire il finanziamento della Caritas e di una coop nella sua diocesi di origine, e anche i rapporti della Segreteria di Stato con Cecilia Marogna.
All’inizio dell’udienza, il cardinale Becciu ha reso una dichiarazione spontanea, breve, mostrando sconcerto per come era stato trattato con domande che hanno offeso “la sua dignità di sacerdote”, e facendo sapere che non avrebbe più risposto a domande che non riguardavano i capi di imputazione, come quelli del contributo della Conferenza Episcopale Italiana alla diocesi di Ozieri.
Dopo varie opposizioni, il presidente del Tribunale Pignatone ha emesso una ordinanza sottolineando che no, la questione della CEI non è parte del processo, ma che le domande sono ammesse, perché potrebbero permettere di acclarare la verità. Da quel momento in poi, il Cardinale Becciu si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere quando gli sono state fatte domande sulla CEI. Tra l’altro, sembra di comprendere che non ci sia un fascicolo aperto sulla questione della CEI, come