Roma , sabato, 14. novembre, 2015 9:00 (ACI Stampa).
14 marzo 2010. Papa Benedetto XVI entra e predica nella Chiesa Evangelica Luterana di Roma. Un evento che domani si ripeterà con la visita del suo successore, Papa Francesco.
Nella sua omelia Papa Benedetto – commentando il XII Capitolo del Vangelo di San Giovanni nel giorno della Domenica del Laetare – ebbe a dire: “È bello che oggi noi possiamo pregare insieme, intonare gli stessi inni, ascoltare la stessa parola di Dio, insieme spiegarla e cercare di capirla; che noi guardiamo all’unico Cristo che vediamo e al quale vogliamo appartenere, e che, in questo modo, già rendiamo testimonianza che Egli è l’Unico, colui che ci ha chiamati tutti e al quale, nel più profondo, noi tutti apparteniamo. Credo che dovremmo mostrare al mondo soprattutto questo: non liti e conflitti di ogni sorta, ma gioia e gratitudine per il fatto che il Signore ci dona questo e perché esiste una reale unità, che può diventare sempre più profonda e che deve divenire sempre più una testimonianza della parola di Cristo, della via di Cristo in questo mondo. Naturalmente non ci dobbiamo accontentare di ciò, anche se dobbiamo essere pieni di gratitudine per questa comunanza”.
Benedetto XVI sapeva bene che la piena comunione tra cristiani era una meta lontana e che il cammino per l’unità era molto lungo. “Il fatto – disse il Pontefice tedesco – che in cose essenziali, nella celebrazione della santa Eucaristia non possiamo bere allo stesso calice, non possiamo stare intorno allo stesso altare, ci deve riempire di tristezza perché portiamo questa colpa, perché offuschiamo questa testimonianza”.
Questa divisione – concluse Benedetto – “ci deve rendere interiormente inquieti, nel cammino verso una maggiore unità, nella consapevolezza che, in fondo, solo il Signore può donarcela perché un’unità concordata da noi sarebbe opera umana e quindi fragile, come tutto ciò che gli uomini realizzano. Noi ci doniamo a lui, cerchiamo sempre più di conoscerlo e di amarlo, di vederlo, e lasciamo a lui che ci conduca così, veramente, all’unità piena, per la quale lo preghiamo con ogni urgenza in questo momento”.