Città del Vaticano , domenica, 15. novembre, 2015 9:00 (ACI Stampa).
Per la terza volta un Pontefice visita la Comunità evangelica luterana di Roma. Papa Francesco, dopo Benedetto XVI che lo fece nel 2010, e Giovanni Paolo II nel 1983, domenica pomeriggio sarà alla Christuskirche di Via Sicilia. E sarà Jens-Martin Kruse il pastore della Comunità evangelica luterana di Roma, ad accogliere anche Francesco. Per il Pastore la visita è una festa tra fratelli, una visita del “vescovo ad una parrocchia”.
La comunità di Roma ha circa trecento membri inseriti in diverse attività spirituali, formative e culturali: dalle lezioni per i Confermandi ad iniziative per l'animazione liturgica, dai circoli di dialogo con altri gruppi religiosi all'associazione femminile. I fedeli svolgono una proficua opera di assistenza ai bisognosi del quartiere Ludovisi e di altri rioni romani e intrattengono attive relazioni ecumeniche con le altre Chiese cristiane. Una liturgia in lingua tedesca viene celebrata ogni domenica alle ore 10.00, mentre ogni seconda domenica del mese il servizio religioso è celebrato anche in lingua italiana, alle ore 17.00 e ogni quarta domenica, nelle due lingue, alle ore 10.00.
Quella romana è una delle 14 comunità integrate nella Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI/ELKI), composta nell'attualità da qualche migliaio di membri e fondata nel 1949; membro della Federazione Luterana Mondiale, la CELI è interessata al dialogo con la Chiesa Cattolica soprattutto per quanto riguarda gli aspetti pastorali, in quanto molti dei suoi membri vivono in famiglie di confessione mista. Le prime pagine della storia della Comunità romana risalgono all'ottobre 1817, quando un volantino venne fatto circolare nei locali del Caffè Greco, ritrovo dei tedeschi, in maggioranza artisti: erano invitati a partecipare ad una celebrazione religiosa in casa del segretario della Legazione Prussiana, per commemorare il trecentesimo della Riforma.
A sostenere la crescente richiesta della pratica evangelica nella città dei Papi fu il Legato prussiano presso la Santa Sede Barthold Georg Niebuhr, l'autore della Römische Geschichte, insieme al suo vice e successore Christian Josias von Bunsen. Accedendo alle loro petizioni il Re Federico Guglielmo di Prussia inviò a Roma nel 1819 il primo pastore evangelico, Heinrich Schmieder: da quel momento si celebrò a Roma il culto evangelico, inizialmente solo con la protezione e nella sede dell'ambasciata tedesca sul Campidoglio. I due diplomatici citati furono particolarmente attenti alle esigenze della piccola comunità tedesca: venne costruito un ospedale e si iniziò a pensare ad una scuola: il tutto negli ambienti dell'Ambasciata.
Nel 1870 Roma divenne la capitale del Regno d'Italia: solo allora la comunità evangelica poté prescindere dalla protezione diplomatica e professare pubblicamente il proprio culto; il servizio liturgico continuò ad essere celebrato in una stanza di Palazzo Caffarelli adibita a Cappella: ne parlano i diari dei numerosi viaggiatori che vi si radunavano periodicamente. Dopo il 1915 si cominciò a pensare ad un vero e proprio edificio ecclesiale, per il quale venne lanciata una raccolta di fondi in Germania. Per volontà del Re Guglielmo II la nuova costruzione sorse su un terreno di Villa Ludovisi - sito nell'antichità degli Horti Sallustiani - e venne progettata dall'architetto Franz Schwechten, che aveva firmato anche il Memoriale Kaiser Wilhelm a Berlino; fu consacrata dopo la prima Guerra Mondiale, nel 1922.