Città del Vaticano , lunedì, 16. maggio, 2022 14:00 (ACI Stampa).
Per aprire un archivio di un pontefice ci vuole molto tempo. Sono appena stati aperti quelli di Pio XII e per arrivare a quelli di Giovanni Paolo I bisognerà aspettare. Ma intanto quello che è stato aperto e ordinato è quello privato di Albino Luciani composto dalle agende, dagli appunti, dalla corrispondenza, dai documenti relativi al Concilio Vaticano II, alla CEI, alla CET, ai Sinodi, agli stampati e dalle fotografie appartenenti ad Albino Luciani che coprono un arco cronologico ampio, dal 1929 fino al pontificato.
Qualche giorno fa una giornata di studio ha permesso di sfogliare quelle pagine che sono anche riordinate in un libro. Sergio Pagano Prefetto dell’Archivio Apostolico Vaticano
Ha spiegato che dopo la sua elezione a Papa il 26 agosto 1978, Giovanni Paolo I fece trasferire in Vaticano il suo archivio e la sua biblioteca. Durante il suo breve pontificato solo una parte dei documenti fu tolto dagli imballaggi del trasloco. Con la sua morte, il 28 settembre dello stesso anno, e la successiva elezione di Giovanni Paolo II il 16 ottobre 1978)le carte appartenenti all’archivio privato di Albino Luciani fecero ritorno, nei giorni seguenti il 19 ottobre, al palazzo patriarcale dove rimasero fino al 2001, quando vennero depositate presso l’Archivio Storico del Patriarcato di Venezia dove fu effettuata la prima ricognizione disposta dal vescovo di Belluno-Feltre nell’ambito della Causa dicanonizzazione di Giovanni Paolo I.
Nel 2020 il corpus documentale tornato in Vaticano, presso la Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I, dove a partire da marzo 2021 è stato studiato e ordinato. Discorsi e agende di Papa Luciani nel suo Magistero di vescovo di Roma.
E proprio dal primo messaggio, Dario Vitali traccia le linee di quello che poteva essere il Magistero di Luciani. Il discorso, che presenta i famosi sei “volumus”: “Propositum nostrum et rationem Pontificatus gerendi", dice Giovanni Paolo I, scandendo i sei