Roma , martedì, 10. maggio, 2022 12:30 (ACI Stampa).
La guerra nel cuore dell’Europa, in Ucraina, ha messo di nuovo in luce la straordinaria attualità della dichiarazione di Robert Schumann, il padre dell’Europa. Il quale – ha spiegato il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano – comprese che l’unica via per allontanare il pericolo di un nuovo conflitto non era nella deterrenza, né nel “costruire una pace armata come la Guerra Fredda”, ma nella “solidarietà reciproca e la condivisione delle risorse”, che avrebbero portato ad una riconciliazione autentica”.
Il 9 maggio è il giorno dell’Europa, perché fu il 9 maggio 1950 che Robert Schumann, allora ministro degli Esteri francese, fece la dichiarazione che portò alla costituzione della CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio), da cui poi sarebbe scaturito il grande progetto europeo. Un progetto per la pace, che puntava alla riconciliazione dei popoli, e che oggi si rivela in tutta la sua attualità con la guerra scoppiata in Ucraina e lo spettro di una nuova “guerra fredda”.
Per la Giornata dell’Europa di quest’anno, l’ambasciata dell’Unione Europea presso la Santa Sede ha voluto una celebrazione nella Basilica di Santa Sofia, la casa dei greco cattolici ucraini a Roma (la loro cattedrale è Santi Sergio e Bacco invece), fatta costruire dal Cardinale Josip Slipyi subito dopo il suo ritorno dalla prigionia in un gulag siberiano, modellata sulla Santa Sofia di Kyiv, e oggi anche centro di raccolta per gli aiuti alla madre patria sotto attacco. Un modo per dimostrare, ancora una volta, la vicinanza dell’Europa all’Ucraina.
A celebrare, è stato chiamato il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, che nella sua omelia ha ripercorso proprio la profezia di Schumann – oggi venerabile – per delineare quello che deve essere il futuro dell’Europa, progetto di pace piuttosto che alle prese con l’ospite indesiderato della guerra.
“Imploriamo da Dio – ha detto il Cardinale - il dono della pace per l’Ucraina, il conforto materiale e spirituale per le vittime della guerra e specialmente per i profughi, per i bambini, per chi ha perso tutto, per le persone rimaste sole. Il Signore illumini i cuori dei governanti perché si adoperino per ristabilire la pace e la concordia”.