Città del Vaticano , lunedì, 25. aprile, 2022 16:00 (ACI Stampa).
Chi entra alla Biblioteca apostolica vaticana la vede subito, ma non ci fa forse troppo caso. La statua cosiddetta di “Ippolito”, è li’ dal 1959.
Spostato solo per i restauri e le puliture. Tra tante statue nei Musei e negli ingressi dei palazzi vaticani nessuno ricorda che nel 1959 arrivò alla BAV per volontà di Giovanni XXIII dal Museo del Laterano, dove era stata collocata durante il pontificato di Pio IX. Rimasta per mezzo secolo al centro della sala di ingresso, ai piedi dello scalone, nel 2010, quando venne realizzata una nuova scala, fu sistemata in una nicchia sul lato destro dell’ambiente rispetto a chi entra.
La sua storia e gli studi più recenti sono descritti dal OWL la rivista della Biblioteca dei Papi.
La statua era stata ritrovata tra la via Nomentana e la via Tiburtina, vicino alla catacomba del martire, Ippolito e per questo porta il suo nome ma anche per le iscrizioni sui lati del trono. Si tratta del Computo pasquale, e una lista di opere cristiane, tra cui alcune attribuite dalla tradizione a un Sant’Ippolito, che forse però non il martire.
Già nel 1551 un codi vaticano ne segna la presenza ma fu Pirro Ligorio a darne la prima descrizione completa disegnando la statua com'era nel 1553. Descrizione e disegno sono conservati in un manoscritto della Biblioteca Nazionale di Napoli.