“Fuori della porta, non vi è di antico memoria alcuna de Roma, che sia degna di consideratione”, dice Ugonio, e aggiunge: “Si veggono hoggidì a certi spatij della strada alcune mura vecchie rovinate."
L’unica importanza della zona si trovava nelle tombe dei martiri e nei cimiteri cristiani.
“E’ celebre la strada Aurelia,” spiega Ugonio, “& principalmente la parte dove è posta la chiesa di S. Pancratio, per molte sacre & venerande memorie de gl’antichi Christiani. Percioché molto prima che ad esso S. Pancratio fusse edificata la chiesa, hebbero i Christiani in questo luogo un Cemiterio sotterraneo, dove furono diversi gloriosi Martiri sepeliti.”
Nella chiesa antica, San Pancrazio era un martire importante:
“Fu dunque il nome del giovanetto Pancratio havuto sempre in sommo honore nella Chiesa Santa, sì per la rara sua constanza, in mantener la fede di Christo, si per i miracoli che per lui Dio s’è più volte degnato mostrare.”
“Da quste cose mosso Papa Simmaco, intorno a gl’anni di Christo 500 volse l’animo a fabricar la presente chiesa, sotto il nome di questo invitissimo Martire.”
La venerazione per il martire porta poi all’istituzione di un monastero accanto alla chiesa.
“Dell’ordine di questi Monaci uscirono poi gran personaggi nella chiesa di Dio”, spiega Ugonio, “& l’Abbate di questo Monastero era uno di quelli che assistevano al Papa, mentre celebrava nel Laterano.”
La chiesa di San Pancrazio non era sempre stata tra i “tituli” cardinalizi ma soltanto dall’inizio del Cinquecento:
“Papa Leone X quando creò 31 Cardinali insieme, eresse in Titolo Presbiterale la presente chies di S. Pancratio, il quale honore ha ritenuto fin’hoggi, & l’ha confermato N. Signor Sisto V”, cioè il Papa ai tempi di Ugonio.
Ai tempi di Ugonio, come oggi, si entra nella catacomba direttamente dalla chiesa:
“A man sinistra si trova un'altra scala, che conduce in grotte sotterranee,” spiega Ugonio. “Questi erano i palazzi, questi erano i tempij, ne i quali gl’antichi Christiani ne i tempi delle persecutioni si riducevano. Qui le orationi, qui le vigilie, qui le sacre Stationi celebravano.”
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E così, con il pensiero rivolto alle prime generazioni di cristiani a Roma, Pompeo Ugonio conclude il suo “sacro pellegrinaggio” alle stazioni quaresimali.