Parigi , giovedì, 21. aprile, 2022 12:30 (ACI Stampa).
“In questo periodo in cui stiamo uscendo dal COVID e dalla guerra in Europa, è anche una testimonianza di speranza”. Emmanuel Macron, presidente francese, è stato al cantiere della cattedrale di Notre Dame, a Parigi, il 15 aprile, Venerdì Santo. Era il giorno del terzo anniversario dell’incendio che ha devastato l’edificio, facendo crollare il tetto e causando danni ingenti all’850enne cattedrale di Parigi.
Il 17 aprile, la Pasqua è stata proclamata dal sagrato di Notre Dame, il Parvis da poco riaperto, segno che i lavori proseguono. Quella del presidente francese Emmanuel Macron, a nove giorni dal ballottaggio presidenziale, era vista da molti anche come una passarella elettorale, sebbene Macron sia andato anche lo scorso anno a visitare i lavori in occasione dell’anniversario. La visita, tuttavia, è servita anche a puntare di nuovo i riflettori sulla cattedrale e sui suoi lavori di ricostruzione che impiegano ditte internazionali, in un cantiere che quasi assomiglia a quello Medievale, alimentando la speranza che davvero, nel 2024, si riesca a riaprire la cattedrale, dopo che nel 2021 la messa in sicurezza dell’edificio ha lasciato il posto alla fase di restauro vera e propria.
Macron si è detto molto fiducioso, sottolineando che, una volta finiti i lavori, sarà come se “non avessimo mai saputo in vita nostra” dell’incendio. In una ora e mezza di visita, Macron è stato accompagnato, oltre che dalla moglie Brigitte, dal generale Jean-Louis Georgelin, presidente dell’ente pubblico incaricato della conservazione e del restauro della cattedra, nonché da Philippe Villeneuve, capo architetto dei monumenti storici, e da monsignor Chauvet, rettore della cattedrale.
Prima dell’incendio, Notre Dame riceveva ogni anno 12 milioni di visitatori, e vi si tenevano almeno 2400 funzioni religiose e 150 concerti l’anno.
A che punto sono i lavori? Volte, mura e pavimento sono state pulite internamente, restituendo alla cattedrale il suo candore originale, eliminando e bonificando dalle polveri di piombo sprigionate dal rogo.