Città del Vaticano , domenica, 17. aprile, 2022 12:16 (ACI Stampa).
È una “Quaresima che sembra non avere fine” quella che ha colpito il mondo, dalla pandemia alla guerra scoppiata nel cuore dell’Europa, che si aggiunge ai conflitti in Medio Oriente, in Asia, in situazioni del mondo dove la Santa Sede è presene anche quando non c’è nessuno. E proprio per questo, oggi più che mai “abbiamo bisogno del Crocifisso Risorto”, sottolinea Papa Francesco nel tradizionale messaggio Urbi et Orbi di Pasqua. Una “Pasqua di guerra”, dice il Papa, di fronte alla quale “anche i nostri occhi sono increduli”.
Come sempre, il messaggio Urbi et Orbi del Papa – alla città e al mondo – è una occasione anche per guardare agli scenari difficili del mondo. Per la prima volta dall’inizio della pandemia, il Papa torna sulla loggia delle Benedizioni, con il corpo diplomatico sul sagrato e 50 mila persone in piazza (dati della Segreteria di Stato vaticana), le bande della Guardia Palatina e quella del Corpo dei Carabinieri che suonano l’inno pontificio e quello italiano, i fiori olandesi che hanno decorato la piazza. Non c’è stata, come di consueto, l’omelia del Papa alla Messa del mattino, ma c’è stato il passaggio in papamobile in piazza alla fine della celebrazione, fino a via della Conciliazione – Papamobile in cui è stata posta una sedia per permettere al Papa di non rimanere in piedi. Così, tutta l’attenzione è proprio sul messaggio. Anche questo il Papa lo proclama da seduto, per i ben noti problemi di gonalgia che gli hanno anche impedito di celebrare la Messa della Veglia Pasquale ieri.
È una Pasqua che vediamo “con gli occhi increduli” come i discepoli di fronte al sudario, perché “è una Pasqua di guerra” – dice Papa Francesco – e abbiamo visto “troppo sangue, troppa violenza”, mentre i nostri cuori “si sono riempiti di paura e angoscia” e “tanti nostri fratelli e sorelle si sono dovuti chiudere dentro per difendersi dalle bombe”.
Una situazione in cui “facciamo fatica a credere che Gesù sia veramente risorto”. Eppure, sottolinea con forza Papa Francesco, la Resurrezione “non è una illusione”. E allora “oggi più che mai abbiamo bisogno di Lui, al termine di una Quaresima che sembra non voler finire”, perché dopo due anni di pandemia “stiamo dimostrando che in noi c’è ancora lo spirito di Caino, che guarda Abele non come un fratello, ma come un rivale, e pensa come eliminarlo”.
Papa Francesco afferma, allora che “abbiamo bisogno del Crocifisso Risorto per credere nella vittoria dell’amore, per sperare nella riconciliazione”, perché solo Gesù può “venire in mezzo a noi” a dire “pace a lui”, come solo lui ha il diritto di fare perché “porta le piaghe, le nostre piaghe”, ovvero “nostre perché procurate a Lui da noi, dai nostri peccati, dalla nostra durezza di cuore, dall’odio fratricida” e “perché Lui le porta per noi, non le ha cancellate dal suo Corpo glorioso, ha voluto tenerle, portarle in sé per sempre”.