Città del Vaticano , venerdì, 15. aprile, 2022 22:30 (ACI Stampa).
Papa Francesco torna al Colosseo per la Via Crucis. Dopo due anni di stop, a causa della pandemia da coronavirus, il Pontefice presiede la tradizionale processione del Venerdì Santo nel posto più suggestivo dell'antica Roma, l'Anfiteatro Flavio. Nell’Anno della Famiglia, che porta all’Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà a Roma il prossimo giugno, il Papa ha deciso che a scrivere le meditazioni sono le famiglie.
Papa Francesco affida in particolare la preparazione dei testi delle meditazioni e delle preghiere ad alcune famiglie legate a comunità ed associazioni cattoliche di volontariato ed assistenza. La Sala Stampa della Santa Sede conta 10.000 persone presenti al Colosseo.
Quello di oggi è senza dubbio un mondo provato. Come Gesù che soffre sulla croce. Provato dalla croce della guerra e della pandemia. E le famiglie ne portano il peso maggiore.
I testi in particolare delle 14 stazioni sono stati scritti da una coppia di giovani sposi , una famiglia in missione , da sposi anziani senza figli, una famiglia numerosa, una famiglia con un figlio con disabilità, una famiglia che gestisce una casa famiglia, una famiglia con un genitore malato , una coppia di nonni, una famiglia adottiva, una vedova con figli, una famiglia con un figlio consacrato, una famiglia che ha perso una figlia, una famiglia ucraina e una famiglia russa ( che ha suscitato qualche critica da parte dell'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede e non solo ) e infine una famiglia di migranti. Tutte le tipologie di famiglie che caratterizzano il mondo intero.
In mondovisione vengono quindi rappresentate "le croci" di cui ogni giorno le famiglie sono costrette a farsi carico: malattie, scelte difficili, licenziamenti, disabilità, precarietà, lutti. "Eravamo in cinque in casa: io, mio marito e i nostri tre figli. Cinque anni fa la vita si è complicata. Una diagnosi difficile da accettare, una malattia oncologica scritta ogni istante sul volto della figlia più piccola. Una malattia che, pur non avendo mai spento il suo sorriso, ha reso lo stridore dell’ingiustizia che vivevamo ancora più doloroso. Malgrado le beffe di cui il dolore sembrava averci già ricoperto, dopo solo sei anni di matrimonio mio marito ci ha lasciato per una morte improvvisa, mettendoci su una strada di solitudine straziante, durante la quale in due anni abbiamo accompagnato la piccola di casa al suo ultimo saluto. Sono passati cinque anni dall’inizio di questa avventura che non abbiamo assolutamente compreso razionalmente, ma la certezza è che questa grande croce è stata abitata dal Signore e lo è ancora oggi. Dio non chiama chi è capace ma rende capace chi chiama: questo ci disse un giorno una suora, e queste parole ci hanno cambiato la prospettiva di vita negli ultimi anni", questo il racconto di una mamma nella XII stazione "Gesù dona la Madre al discepolo amato".