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Messa del Crisma, Papa Francesco: "Attenzione alle idolatrie nascoste"

Nell'omelia Papa Francesco ricorda che "un sacerdote mondano non è altro che un pagano clericalizzato"

Papa Francesco |  | Daniel Ibanez CNA Papa Francesco | | Daniel Ibanez CNA

"Non c’è salario maggiore dell’amicizia con Gesù. Non c’è pace più grande del suo perdono. Non c’è prezzo più caro di quello del suo Sangue prezioso, che non dobbiamo permettere sia disprezzato con una condotta indegna. Fissare gli occhi su Gesù è una grazia che, come sacerdoti, dobbiamo coltivare. Non si tratta di contabilizzare i peccati, ma di una contemplazione amorosa in cui guardiamo alla nostra giornata con lo sguardo di Gesù e vediamo così le grazie del giorno, i doni e tutto ciò che ha fatto per noi, per ringraziare. E gli mostriamo anche le nostre tentazioni, per riconoscerle e rigettarle". Lo ha detto il Papa, stamane, nella omelia pronunciata in occasione della Messa del Crisma del Giovedì Santo.

Parlando in particolare ai sacerdoti, Francesco ha ricordato che "malgrado uno dica a sé stesso che distingue perfettamente che cos’è un idolo e chi è Dio, in pratica andiamo togliendo spazio alla Trinità per darlo al demonio, in una specie di adorazione indiretta. Dobbiamo ricordare che il demonio esige che noi facciamo la sua volontà e che lo serviamo, ma non sempre chiede che lo serviamo e lo adoriamo continuamente. Ricevere l’adorazione di quando in quando gli basta per dimostrare che è il nostro vero signore e che persino si sente dio nella nostra vita e nel nostro cuore".

Il Pontefice invita a guadarsi da tre specifiche idolatrie nascoste. In primis la "mondanità spirituale, tentazione di una gloria senza Croce. Un sacerdote mondano non è altro che un pagano clericalizzato".

"Un altro spazio di idolatria nascosta - ha aggiunto - mette le radici là dove si dà il primato al pragmatismo dei numeri. Le persone non si possono numerare, e Dio non dà lo Spirito con misura. In questo fascino per i numeri ricerchiamo noi stessi e ci compiacciamo del controllo assicuratoci da questa logica, che non s’interessa dei volti e non è quella dell’amore".

Il "terzo spazio di idolatria nascosta - ha detto ancora il Papa - è quello che si apre con il funzionalismo. La mentalità funzionalista non tollera il mistero, punta all’efficacia. A poco a poco, questo idolo va sostituendo in noi la presenza del Padre. Il nostro Padre è il Creatore, ma non uno che solamente fa funzionare le cose, ma Uno che crea come Padre, con tenerezza, facendosi carico delle sue creature e operando affinché l’uomo sia più libero. Il sacerdote con mentalità funzionalista ha il proprio nutrimento, che è il suo ego. Nel funzionalismo lasciamo da parte l’adorazione al Padre nelle piccole e grandi cose della nostra vita e ci compiacciamo dell’efficacia dei nostri programmi".

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"Nascondere questi idoli - è la conclusione del Pontefice - e non saperli smascherare nella propria vita quotidiana fa male alla fedeltà della nostra alleanza sacerdotale e intiepidisce la nostra relazione personale con il Signore".