Firenze , martedì, 10. novembre, 2015 15:50 (ACI Stampa).
“A Gesù interessa quello che la gente pensa non per accontentarla, ma per poter comunicare con essa.” Inizia così la riflessione del Papa nella messa celebrata nello stadio comunale di Firenze per la diocesi e per i partecipanti al Convegno ecclesiale.
Un stadio gremito di fedeli, un sole che scalda i cuori dei fiorentini, e il Papa che ricorda, commentando il Vangelo che bisogna conoscere la gente, i suoi problemi per parlare al cuore di tutti: “ quando Dio ha voluto parlare con noi si è incarnato. I discepoli di Gesù non devono mai dimenticare da dove sono stati scelti, cioè tra la gente, e non devono mai cadere nella tentazione di assumere atteggiamenti distaccati, come se ciò che la gente pensa e vive non li riguardasse e non fosse per loro importante.”
La questione è sempre la stessa “chi è Gesù per gli uomini e le donne di oggi?”
Il Papa cita Leone Magno, originario della Toscana, di cui si celebra la memoria, occorre conoscere Gesù, per quello che è veramente, “non una sua immagine distorta dalle filosofie e dalle ideologie del tempo.” E prosegue : “Solo se riconosciamo Gesù nella Sua verità, saremo in grado di guardare la verità della nostra condizione umana, e potremo portare il nostro contributo alla piena umanizzazione della società.”
Ed è anche per questo che “la nostra gioia è anche di andare controcorrente e di superare l’opinione corrente, che, oggi come allora, non riesce a vedere in Gesù più che un profeta o un maestro. La nostra gioia è riconoscere in Lui la presenza di Dio, l’inviato del Padre, il Figlio venuto a farsi strumento di salvezza per l’umanità.”