Città del Vaticano , lunedì, 4. aprile, 2022 18:00 (ACI Stampa).
Quando sabato 2 aprile pomeriggio Papa Francesco è sceso nella Grotta di San Paolo a Malta non tutti abbiamo pensato al grande contesto storico che racchiude il sacello.
La grotta è infatti parte di un grande complesso di catacombe la cui storia è stati riscoperta nel XVII secolo da un personaggio singolare, Giovan Francesco Abela.
Facciamo un passo indietro. A Malta nella prima metà del 1500 arrivano i Cavalieri che erano fuggiti da Rodi. L’Ordine ospedaliero di san Giovanni inizia subito una operazione di latinizzazione in senso cristiano dell’isola. L’idea è quella di far dimenticare il passaggio islamico e arabo su una terra la cui nascita è legata a San Paolo. Ovviamente si forma così un nuovo periodo politico, sociale, amministrativo e culturale rappresentato dall’Ordine.
Gli storici dell’isola e vescovi come Tommaso Bosio cercano di capire anche la storia della Grotta di San Paolo, da sempre luogo di grande devozione, ma non basta per capire davvero e anche i testi di Marco Antonio Axiaq, un chirurgo maltese che scrive nel 1610 una lunga descrizione dell’isola articolata in più parti, si riferisce alle antichità ipogee in termini non sempre chiarissimi, e spesso mescolando il tutto con credenze pagane.
Di fatto però inizia così la storia delle descrizioni delle catacombe maltesi. Bisogna aspettare un altro storico maltese Giovan Francesco Abela, il primo maltese di nascita a raggiungere alte cariche all’interno dell’Ordine di san Giovanni.