La Valletta , domenica, 3. aprile, 2022 17:58 (ACI Stampa).
Il sogno di Papa Francesco è che non solo i centri di accoglienza dei migranti siano luoghi di umanità, ma che gli stessi migranti, una volta sperimentata questa umanità, siano loro stessi animatore di un mondo più umano e inclusivo.
Nell’ultima tappa del viaggio a Malta, Papa Francesco si ferma nel Centro Migranti intitolato a San Giovanni XXIII, conosciuto anche come il Peace Lab o laboratorio della pace. Fondato dal 1971 dal padre francescano Dionysus Mintoff, il centro si trova nel Centro di immigrazione maltese noto come Hal Far ed è oggi gestito da una organizzazione di volontari. Il centro può ospitare una cinquantina di migranti, che arrivano per lo più da Somalia, Eritrea e Sudan attraverso la Libia.
Nel suo discorso, Papa Francesco ci tiene a sottolineare che i migranti sono sempre al centro del suo pontificato, sin dal suo viaggio a Lampedusa, e ricorda che il motto del viaggio viene proprio dagli Atti degli Apostoli, quando viene riferito che Paolo naufrago a Malta fu “trattato con rara umanità”. Vale a dire, dice Papa Francesco, una “umanità non comune, una premura speciale”.
Papa Francesco ricorda che per molti l’esperienza del naufragio è stata “tragica”, ma punta il dito soprattutto sul “naufragio di civiltà”, che tocca tutti noi, e da cui possiamo salvarci solo “comportandoci con umanità”, e guardando alle persone “non come dei numeri, ma per quello che sono, cioè dei volti, delle storie, semplicemente uomini e donne, fratelli e sorelle”, e pensando che al posto loro “potrebbero esserci mio figlio o mia figlia”.
Non può mancare il pensiero anche alle “migliaia e migliaia di persone che nei giorni scorsi sono state costrette a fuggire dall’Ucraina a causa della guerra”, comuni a molte altre storie in ogni continente.