Città del Vaticano , lunedì, 9. novembre, 2015 16:00 (ACI Stampa).
Quello che si apre a Firenze è il quinto convegno ecclesiale della Chiesa cattolica in Italia. I Pontefici hanno sempre partecipato e portato il loro contributo in quanto Primati d’ Italia, a cominciare da Papa Paolo VI che nel 1976 intervenne al primo Convegno che si svolse a Roma dal 30 ottobre al 4 novembre. Il tema scelto per i lavori è ancora attuale: Evangelizzazione e promozione umana. “ Per evangelizzare occorre essere coraggiosi; non avere paura di nulla e di nessuno” disse allora Paolo VI e proseguiva: “Il che non vuol dire essere spregiudicati e temerari, come oggi è pur troppo costume per alcuni, ma umili e forti, audaci e leali con tutti. E ricordare che anche le sventure e le difficoltà possono giovare alla causa del Vangelo, alla nostra e a quella di coloro per cui vogliamo promuovere il bene.”
Nel 1985 a Loreto si celebrò il secondo convegno. Il Papa era cambiato e anche in Italia l’atmosfera politica e sociale era ovviamente molto differente, ma ancora il dibattito post conciliare era aperto e il tema scelto per la riflessione fu. “ Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini”. Il discorso di Giovanni Paolo II fu molto più lungo e articolato della omelia di Paolo VI.
Il Papa si basò sui documenti conciliari come la Gaudim et spes, la dei Verbum, la Sacrosantum concilium e la Christus dominus e la Lumen gentium per ridisegnare l’impegno della Chiesa cattolica in Italia. L’indicazione del Papa fu verso la testimonianza della unità. “ Esiste però un legame costitutivo tra unità e verità: la riconciliazione autentica non può avvenire che nella verità di Cristo, non fuori o contro di essa” aggiungeva il Papa. E proseguiva: “La fedeltà alla verità è condizione imprescindibile perché i cristiani tutti possano svolgere la loro missione profetica nel mondo. La verità è misura della moralità: scelte e motivazioni non possono dirsi eticamente buone e, quindi, meritevoli di approvazione se non sono conformi al bene oggettivo. La comprensione e il rispetto per l’errante esigono anche chiarezza di valutazione circa l’errore di cui egli è vittima. Il rispetto, infatti, per le convinzioni altrui non implica la rinuncia alle convinzioni proprie.
La “coscienza di verità”, la consapevolezza cioè di essere portatori della verità che salva, è fattore essenziale del dinamismo missionario dell’intera comunità ecclesiale, come testimonia l’esperienza fatta dalla Chiesa fin dalle sue origini.”
Dieci anni dopo nel 1995 fu Palermo ad accogliere il terzo convegno ecclesiale e il tema fu “ Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia”. Ancora un discorso programmatico di Giovanni Paolo II il 23 novembre nella omelia della celebrazione eucaristica poneva le questioni de dibattito stesso cui aveva partecipato nella mattina: “Che cosa sei, Chiesa italiana, nel mondo di oggi, nei riguardi della società nazionale e di tutti gli uomini che attendono il tuo aiuto? Come è la tua vita, discepolo e confessore di Cristo qui, in questa società, in questo Paese che si estende dalle Alpi alla Sicilia? Quanto sono attenti il tuo amore e la tua comprensione alle necessità spirituali e materiali di cui parla il testo di Matteo? Quanto fattivamente impegnati verso le sofferenze e le povertà dell’uomo contemporaneo?”