Leopoli , mercoledì, 30. marzo, 2022 9:00 (ACI Stampa).
L’impegno delle Missioni Don Bosco’ in Slovacchia, Polonia e a Leopoli è grandissimo. Le case sostenute da ‘Missioni Don Bosco’ in alcune località dell’Ucraina e nei Paesi limitrofi sono state convertite in centri per operare i soccorsi, con l’occhio rivolto al ‘dopo’, quando gli Ucraini potranno tornare a vivere nelle loro città e avranno bisogno di una ‘normalità’.
A don George Menamparampil, coordinatore della risposta salesiana all’emergenze, chiediamo di raccontarci la situazione in Ucraina: “La situazione è terribile, come si può constatare facilmente dai messaggi che ci mandano i salesiani sul posto. I ‘Figli di don Bosco’ sono presenti in tutto il Paese, grandi città e villaggi: a Kiev, Leopoli, Dnipro, Zhytomyr, Odessa, Korostyshiv, Peremyshlany e Bibrka. La popolazione si rifugia nelle cantine e nei sotterranei per paura dei bombardamenti e quanti possono, soprattutto le donne, i bambini e gli anziani, lasciano direttamente il Paese. Le città alla sera sembrano deserte e negli spostamenti s’incontrano facilmente controlli e posti di blocco”.
In quale modo la Congregazione salesiana aiuta la popolazione?
“La Congregazione sta dando un aiuto a tutto campo. I centri di pastorale giovanile sono diventati centri di primo soccorso per la popolazione colpita; le case, gli oratori e le scuole salesiane hanno aperto le loro porte agli sfollati, che sono migliaia, e li aiutano a trovare rifugi sicuri e cibo, e anche accompagnandoli verso i confini occidentali del Paese. Poi, stiamo inviando molte medicine per il primo soccorso. Grazie a dei trasporti aerei di medicinali e materiali sanitari, arrivati da Malta e dagli Stati Uniti, assicuriamo anche la salute delle persone colpite dalle esplosioni o ammalate, che curiamo finché non stanno abbastanza bene da poter tornare a casa.
Ma il sostegno non è solo in Ucraina, riguarda anche i Paesi vicini, in primo luogo la Polonia e poi Slovacchia, Moldavia, Repubblica Ceca, Ungheria, Croazia, Italia, Malta, Irlanda… Si tratta di un’operazione che sta richiedendo un alto livello di coordinamento e che vede coinvolte le Ispettorie salesiane, ONG e tante diverse realtà della Famiglia Salesiana di tutta Europa e anche oltre, tutte impegnate per far sì che la macchina dei soccorsi lavori nella maniera più efficace ed efficiente possibile”.