Città del Vaticano , domenica, 27. marzo, 2022 12:21 (ACI Stampa).
Al centro dell'Angelus odierno il Vangelo del giorno: la parabola del figlio prodigo. Ma anche l'appello del Papa, l'ennesimo di questi giorni, per dire basta alla guerra in Ucraina. "E' passato più di un mese dall'inizio dell'invasione dell'Ucriana, inizio della guerra crudele e insensata che rappresenta una sconfitta per tutti, c'è bisogno di ripudiare la guerra, luogo di morte dove gli uomini uccidono i loro fratelli, dove i potenti decidono e i poveri muoiono", dice forte il Pontefice.
"La guerra non devasta solo il presente, ma anache l'avvenire. Dall'inizio della guerra un bambino su due è stato scollato dal paese, questo significa distruggere il futuro - commenta il Papa - Ecco la bestialità della guerra, atto barbaro e sacrilego. La guerra non può essere inevitabile, non dobbiamo abituarci alla guerra, perchè se da questa vicenda usciremo come prima saremo tutti colpevoli. L'umanità comprenda che è giunto il momento di abolire la guerra. Prego per ogni responsabile politico di riflettere su questo, di impegnarsi su questo, basta ci si fermi, tacciano le armi. Preghiamo ancora senza stancarci la Regina della Pace".
Prima della preghiera mariana il Papa commenta la parabola del figlio ritrovato. "Essa ci porta al cuore di Dio, che sempre perdona con compassione e tenerezza. Lui perdona sempre. Ci dice che Dio è Padre, che non solo riaccoglie, ma gioisce e fa festa per il suo figlio, tornato a casa dopo aver dilapidato tutti gli averi. Siamo noi quel figlio, e commuove pensare a quanto il Padre sempre ci ami e ci attenda", dice Papa Francesco affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano.
Francesco nell'Angelus ricorda anche la figura del figlio maggiore. "Dentro di noi c’è anche questo figlio e, almeno in parte, siamo tentati di dargli ragione: aveva sempre fatto il suo dovere, non era andato via di casa, perciò si indigna nel vedere il Padre riabbracciare il fratello che si era comportato male", commenta il Pontefice.
Nella parabola, infatti, il figlio maggiore "non dice al Padre mio fratello, ma tuo figlio. E alla fine proprio lui rischia di rimanere fuori di casa". "Vediamo se anche noi abbiamo nel cuore i due bisogni del Padre: far festa e rallegrarsi", sottolinea il Papa.