Città del Vaticano , sabato, 26. marzo, 2022 14:00 (ACI Stampa).
Camera con vista sull’Africa, per Papa Francesco, che oggi ha incontrato Evariste Ndayishimiye, presidente del Burundi. Piccolo Stato ad ovest della Repubblica Democratica del Congo, il Burundi è un Paese quasi interamente cattolico, e in generale cristiano. Ma è anche il Paese da cui arrivano delle milizie che vanno nel Nord Kivu, nella instabile regione della Repubblica Democratica del Congo dove fu ucciso l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, e che Papa Francesco toccherà nel corso del suo viaggio nel Paese.
La conversazione privata tra il Papa e il presidente è durata 25 minuti, lo scambio di doni e presentazione di delegazioni altri dieci minuti. Consueti, i doni del Papa: la medaglia in bronzo dell’Angelo della Pace, i volumi dei documenti papali, il messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace, il documento sulla Fratellanza Umana, e il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020.
Da parte sua, Ndayishimiye ha donato strumenti musicali tradizionali, e ha anche portato l’attestazione di un contributo presidenziale all’edificazione di una chiesa nel Paese.
Dopo, l’incontro in Segreteria di Stato, con il Cardinale Pietro Parolin e il “ministro degli Esteri” vaticano, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher. Un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede nota che “nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato, è stato espresso compiacimento per le buone relazioni tra la Santa Sede ed il Burundi, e per il contributo che la Chiesa cattolica apporta alla vita del Paese in vari settori della società”.
Inoltre, prosegue il comunicato, “ci si è soffermati sulla situazione politica e sociale del Paese, e sono state affrontate tematiche di carattere regionale”.