Roma , sabato, 26. marzo, 2022 9:00 (ACI Stampa).
Obbligo di mascherine fino al 30 aprile; nessuna norma per il distanziamento, ma comunque l’invito ad evitare assembramenti; acquasantiere ancora vuote per un po’. La Conferenza Episcopale Italiana, in vita di quella che sarà la fine dello stato di emergenza da COVID 19, prende in mano le normative del governo e adegua i suoi protocolli interni, in particolare in vista della Settimana Santa. Con una novità: ritornano le processioni, dunque ritorna quel momento di devozione popolare sentitissimo nella Settimana Santa, a partire dalla Domenica delle Palme, che saranno di nuovo distribuite.
Se alcuni obblighi restano, tutto è più blando, tanto che pure la Congregazione per il Culto Divino, lo scorso 25 marzo, ha deciso di non dare linee guida per le celebrazioni della Settimana Santa, chiedendo comunque prudenza.
La CEI sottolinea che la cessazione di emergenza a partire dal 31 marzo “offre la possibilità di una prudente ripresa”, e che dunque è stato abrogato il protocollo del 7 maggio 2020 per le celebrazioni con il popolo. A partire dall’1 aprile, ci sono nuove norme, arrivate a seguito ad uno scambio di comunicazioni tra Conferenza Episcopale e governo.
Le misure sono meno restrittive, ma i vescovi ci tengono a “sollecitare a tutti un senso di responsabilità e rispetto di di attenzioni e comportamenti per limitare la diffusione del virus”.
Dato che il governo ha prorogato fino al 30 aprile l’obbligo di mascherina negli ambienti chiusi, la CEI si adegua e chiede di accedere in chiesa sempre indossando la mascherina. La distanza interpersonale di un metro non è più obbligatoria, ma i vescovi chiedono che “si predisponga però quanto necessario e opportuno per evitare assembramenti specialmente all’ingresso, all’uscita e tra le persone che, eventualmente, seguono le celebrazioni in piedi”.