Maria stessa è un segno luminoso di misericordia per l’intera umanità, segno che il Padre continuamente ci manifesta e ci offre.
Tutto il mondo è stato messo al corrente che il Papa consacrerà la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. È ancora attuale nel 2022 un tale gesto?
Come le drammatiche circostanze manifestano, non solo questo gesto conserva tutta la sua attualità, ma diviene perfino urgente.
Del resto la pace è intimamente legata alla misericordia. La pace interiore, la pace del cuore, la pace della coscienza di ciascun uomo dipende dalla divina misericordia, dalla consapevolezza che le proprie contraddizioni e i propri peccati possono trovare soluzione soltanto nell’abbraccio dell’amore del Padre; il discorso vale anche per la pace intesa in senso più ampio.
Non c’è pace senza giustizia e non c’è pace senza misericordia!
Dunque il legame tra pace e misericordia è profondamente radicato nella volontà stessa di Dio, che deve sempre più diventare la volontà degli uomini: imparare la misericordia gli uni verso gli altri, sull’esempio di un Padre misericordioso, è il presupposto necessario per la pace anche fra le nazioni.
A Fátima la Madonna stessa ha chiesto, tramite suor Lucia, di consacrarle la Russia, per mitigare i drammi del XX secolo.
Questa richiesta è sempre attuale, al punto che il Papa ha disposto che anche in Portogallo, a Fátima, avvenga contestualmente la medesima consacrazione.
Ci sono state varie “consacrazioni” nei decenni passati, differentemente valutate, sia dalla Serva di Dio suor Lucia di Fátima, sia da alcuni commentatori. Come mai queste differenze?
I Pontefici Pio XII e S. Giovanni Paolo II hanno consacrato la Russia e i popoli al Cuore Immacolato di Maria, secondo la comprensione che, in quel momento, era loro data e secondo l’opportunità e le circostanze. Benedetto XVI, poi, nell’omelia pronunciata sulla grande spianata del santuario di Fátima il 13 maggio 2010, ebbe a dire che «si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fátima sia conclusa».
I Papi hanno voluto il meglio per la Chiesa e per l’umanità, evitando conseguenze imprevedibili ed eventualmente perfino pericolose, con gesti che probabilmente non sarebbero stati adeguatamente compresi.
Penso che, al di là della forma specifica di un gesto, il Signore, e con lui la Beata Vergine Maria, guardino la sostanza, la verità del gesto e lo spirito. Dal canto nostro, di uomini in cammino, ogni atto di consacrazione è – e deve essere – una radicale chiamata alla conversione personale, ecclesiale e sociale.
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C’è dunque una specificità di Fátima, rispetto alle altre apparizioni mariane, pur riconosciute dalla Chiesa?
Tutte le apparizioni riconosciute dalla Chiesa richiamano gli uomini alla conversione, al pentimento, alla penitenza e alla preghiera.
Fátima certamente ha una propria specificità, in quanto si presenta come un’apparizione di tipo profetico, che entra profondamente nelle vicende storiche e indica la conversione come strumento di salvezza e di pace. Tenendo sempre presente che ciò che Dio vuole rivelarci, attraverso la presenza e le parole della Beata Vergine Maria, è, solo e sempre, per la conversione e la pace dell’umanità.
Certamente Fátima è caratterizzata anche da questo accento profetico che altre apparizioni non pongono in così chiara evidenza.
Avrà una qualche efficacia, il gesto del Papa, sulla grave tensione internazionale che la guerra in Ucraina sta portando?
Ne sono certo. Forse a noi non sarà dato di poter misurare subito cosa Dio vorrà operare, per intercessione della Beata Vergine Maria, proprio grazie a questo gesto. Non siamo noi uomini a misurare la potenza dell’intercessione mariana presso la divina misericordia, che in un’ottica di teologia della storia ha il potere su tutte le cose.