Per comodità il santo, anche se il discorso potrebbe essere più complesso, usa le metafore dello spirito buono e di quello del nemico della natura umana. Il linguaggio risente del Millecinquecento, secolo in cui fu composto il testo, ma si mostra efficace e chiarissimo.
Il vangelo vuole sempre e solo la felicità dell'uomo. Ogni buona scelta dev'essere orientata verso il fare del bene ed al servizio dei fratelli. Un'opzione egoistica e priva dell'insegnamento evangelico è una strada, che come sottolinea la mistica del santo, non conduce alla vera gioia, ma solo ad uno sterile ripiegamento su se stessi e non va intrapresa.
Le consolazioni (momenti di gioia e tranquillità del cuore) possono seguire alle desolazioni (momenti di incertezza ) e viceversa. In questo alternarsi l'anima deve andare avanti senza abbattersi nel secondo stato lasciandosi guidare dalla gioia che solo il Padre può versare nel cuore.
Il metodo fu utilizzato dal santo, quando ferito nell'assedio di Pamplona, nel 1517, fu chiamato a vivere una dura convalescenza. In questa scopri il senso della sua vita, abbandonando la strada del le armi per mettersi al servizio di Dio.
Dal testo degli Esercizi spirituali:
Tra le tante Regole, composte per la prima e seconda settimana degli Esercizi, eccone alcune:
“Terza regola: la consolazione spirituale. Si intende per consolazione quando si produce uno stimolo interiore, per cui l'anima si infiamma di amore per il suo Creatore e Signore, e quindi non può amare nessuna delle realtà di questo mondo per se stessa, ma solo per il Creatore di tutte; così pure quando uno versa lacrime che lo portano all'amore del Signore, sia per il dolore dei propri peccati, sia per la passione di Cristo nostro Signore, sia per altri motivi direttamente ordinati al suo servizio e alla sua lode. Infine si intende per consolazione ogni aumento di speranza, fede e carità, e ogni gioia interiore che stimola e attrae alle realtà celesti e alla salvezza dell'anima, dandole tranquillità e pace nel suo Creatore e Signore.
Quarta regola: la desolazione spirituale. Si intende per desolazione tutto il contrario della terza regola, per esempio l'oscurità dell'anima, il turbamento interiore, lo stimolo verso le cose basse e terrene, l'inquietudine dovuta a diverse agitazioni e tentazioni: così l'anima s'inclina alla sfiducia, è senza speranza e senza amore, e si ritrova pigra, tiepida, triste e come separata dal suo Creatore e Signore. Infatti, come la consolazione è contraria alla desolazione, così i pensieri che sorgono dalla consolazione sono contrari a quelli che sorgono dalla desolazione.
Quinta regola. Nel tempo della desolazione non bisogna mai fare cambiamenti, ma rimanere saldi e costanti nei propositi e nella decisione in cui si era nel giorno precedente a quella desolazione, o nella decisione in cui si era nella consolazione precedente. Infatti, come nella consolazione ci guida e ci consiglia soprattutto lo spirito buono, così nella desolazione lo fa lo spirito cattivo, e con i suoi consigli noi non possiamo prendere la strada giusta”
Per riflettere:
Come vivo le parole del santo?
Riesco ad essere equilibrato rispetto alle scelte da affrontare ?
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Consolazioni e desolazioni cosa guida la mia esistenza al servizio degli altri?