Città del Vaticano , mercoledì, 23. marzo, 2022 15:30 (ACI Stampa).
Nella sua guida alle stazioni quaresimali del 1588, Pompeo Ugonio dice che la ventiduesima stazione è “Mercordì dopo la terza Domenica di Quadragesima a san Sisto”. Si tratta di una chiesa davanti alle terme di Caracalla con annesso un convento di suore domenicane.
Quest’anno invece la stazione si celebra nella chiesa di fronte, la chiesa carolingia dedicata ai santi Nereo e Achilleo, perché da qualche anno la chiesa di San Sisto è chiusa per lavori urgenti.
Il Sisto di cui si parla, spiega Ugonio, è “San Sisto Papa di questo nome secondo”, cioè quel Sisto che era Papa a metà del terzo secolo, il Papa di San Lorenzo, giustiziato nel cimitero di San Callisto durante le persecuzioni di Valeriano.
San Sisto era una grande basilica paleocristiana a tre navate, ma già nel medioevo si era costretti a rinunciare alle navate laterali, e la chiesa attuale è il risultato di un rifacimento proprio negli anni di Ugonio da parte del cardinale Filippo Buoncompagni.
Nel Cinquecento la chiesa era un rifugio per i poveri. Racconta Ugonio: “Papa Gregorio XIII nel suo Pontificato determinò di levare d’attorno alle chiese, & le strade di Roma la moltitudine de poveri, che andavano mendicando. Et fattogli raccogliere tutti assegnò loro questo luogo per alloggiamento, dove doppo essere stati alcun poco tempo furono all’ultimo licentiati, riusendo nell’esperientia l’opera difficile.”