Città del Vaticano , sabato, 7. novembre, 2015 12:42 (ACI Stampa).
“La custodia del diritto al riposo”. E’ è di questo secondo Papa Francesco si occupa l’INPS, l’Istituto nazionale di previdenza sociale. Questa mattina in Piazza San Pietro a mezzogiorno il Papa ha incontrato circa trenta mila dipendenti dell’ INPS che per la prima volta sono stati ricevuti in Vaticano.
“Siete chiamati- ha detto Francesco nel suo discorso- a far fronte a sfide sempre più complesse. Esse provengono sia dalla società odierna, con la criticità dei suoi equilibri e la fragilità delle sue relazioni, sia dal mondo del lavoro, piagato dall’insufficienza occupazionale e dalla precarietà delle garanzie che riesce a offrire.”
Il Papa ha spiegato che “il riposo, nel linguaggio della fede, è dunque dimensione umana e divina allo stesso tempo. Con una prerogativa unica, però: quella di non essere una semplice astensione dalla fatica e dall’impegno ordinario, ma un’occasione per vivere pienamente la propria creaturalità, elevata alla dignità filiale da Dio stesso.”
E lasciando il testo scritto il Papa ha detto che al riposo tutti abbiamo quando abbiamo lavoro, ma se la situazione di disoccupazione e ingiustizia sociale lavoro nero e precarietà nel lavoro sono tanto forti: “Come mi posso riposare?” Il Papa fa esempi di attualità di contratti per pochi mesi, senza assistenza e garanzie: “Succede in tutto il mondo e anche a Roma”
Francesco ha ricordato come sia cambiato il senso della “pensione”: “Da un lato, l’eventualità del riposo è stata anticipata, a volte diluita nel tempo, a volte rinegoziata fino ad estremismi aberranti, come quello che arriva a snaturare l’ipotesi stessa di una cessazione lavorativa. Dall’altro lato, non sono venute meno le esigenze assistenziali, tanto per chi ha perso o non ha mai avuto un lavoro, quanto per chi è costretto a interromperlo per i motivi più diversi.”