Città del Vaticano , giovedì, 23. luglio, 2020 10:00 (ACI Stampa).
Questa ricorrenza è “motivo di gaudio per tutta la Chiesa, di cui in questo lungo spazio di anni la vostra Compagnia si è resa benemerita per innumerevoli e splendide imprese”. Sono parole di Papa Pio XII, messe nero su bianco il 6 luglio 1940 nella Lettera Apostolica Nosti profecto, scritta in occasione del IV centenario della Bolla Regemini Militntis Ecclesiae che diede ufficialmente il via alla Compagnia di Gesù e inviata all’allora Preposito Generale, Padre Ledóchowski.
Nel novero dei Santi – sottolinea il Papa – “occupa un posto glorioso Ignazio di Loyola, e che nell’affrontare sì grandi fatiche la Compagnia da Lui fondata se ne addossò una grande parte. Non solo è lecito affermare che, come ad altre necessità altri Santi, così ai nuovi errori di quel tempo, Dio stesso collocò a fronteggiarli Ignazio e la sua Compagnia; ma anche che per tutto il corso di questi quattro secoli i seguaci del vostro Legislatore e Padre combatterono con animo invitto contro il sorgere di ogni nuovo errore, porsero un efficace aiuto alla Chiesa all’emergere di ogni necessità, e produssero ogni sorta di saluberrimi frutti”.
Pio XII esalta l’ascetica ignaziana, in particolare “nella direzione e formazione delle coscienze”, sottolineando l’importanza degli esercizi spirituali, invitando i Gesuiti a farvi partecipare “schiere quanto più si può numerose così del clero come di laici di qualsivoglia ceto”.
“Sappiamo – prosegue il Papa - che la vostra Compagnia, fin dall’origine, si è data sempre tutta e con tutte le forze alla difesa dell’integrità della fede cattolica contro tutti i sofismi e tutti gli errori, alla rivendicazione dei sacrosanti diritti della Santa Chiesa e del Romano Pontefice, ed alla propagazione della religione cristiana in tutto il mondo per opera di apostolici seminatori della divina parola. In ciascuno di questi campi di azione chi, anche solo affrettatamente, svolga i vostri annali, troverà in abbondanza imprese degne di essere scritte a lettere d’oro non solo nei fasti dell’Ordine vostro, ma anche in quelli della Chiesa Cattolica”.
“Vi tributiamo – aggiunge Pio XII nella Lettera - le meritate lodi per gli istituti quasi senza numero che avete aperti agli studi delle lettere e delle scienze, dove la gioventù, come molle cera, viene così da voi plasmata e coltivata sia nella dottrina come nella virtù, che, mentre rappresenta al vivo l’ideale della vita cristiana, offre le più belle speranze pel futuro”.