Roma , lunedì, 21. marzo, 2022 12:30 (ACI Stampa).
“La Provvidenza ci ha dato subito la possibilità di vivere, in pratica, quello che predichiamo a parole. Mi riferisco al fatto che l’emergenza Ucraina sta avendo una risposta generosa e impressionante da parte di tutti. Per prima cosa, voglio rimarcare l’eroico lavoro che i nostri confratelli e sorelle, rimasti sul luogo di guerra, stanno svolgendo. Mi piacerebbe pensare che don Orione sarebbe subito corso in aiuto a quelle popolazioni come fece in occasione dei due terremoti: don Egidio Montanari, don Moreno Cattelan e il ch. Mykhailo Kostiv sono diventati, oggi, le sue mani”.
Così ha scritto il Superiore Generale, p. Tarcisio Vieira, nella lettera inviata alla Famiglia Orionina, in occasione della ricorrenza del 82° anniversario della nascita al cielo di san Luigi Orione: “Coraggio, fratelli! Con le maniche rimboccate, poniamoci in prima linea per rispondere a tutte le povertà con dei segni concreti e dare così risposta alle sfide che questo mondo nuovo ci lancia ogni giorno di più”.
Partendo da questa lettera abbiamo chiesto al direttore della provincia italiana ‘Madre della Divina Provvidenza’, p. Giovanni Carollo, di raccontarci la situazione in Ucraina: “L’Opera don Orione ha due comunità religiose in Ucraina: a Kiev e a Leopoli. Dal 24 febbraio, inizio dei bombardamenti, i due Confratelli di Kiev sono stati svegliati dal rumore infernale delle bombe che distruggevano l’aeroporto militare della capitale e, di conseguenza, hanno dovuto abbandonare la città e raggiungere gli altri due Confratelli a Leopoli. Naturalmente, la nostra casa di Leopoli è aperta all’accoglienza dei profughi e al sostegno delle persone bisognose di generi di prima necessità”.
In quale modo la Congregazione sta aiutando la popolazione?
“Oltre al primo ‘pronto soccorso’ appena descritto, la fase più impegnativa è aiutare i profughi ad uscire dall’Ucraina ed essere accolti, per quanto ci riguarda come ‘Opera Don Orione’ in Italia, presso la nostra nazione. Pertanto, pullman e pulmini offerti e pagati da tanti generosi benefattori raggiungono le frontiere ungheresi o rumene per prelevare i profughi accompagnati dai nostri missionari al punto di ritrovo, per poi passare in Italia fino a destinazione: istituti, famiglie, associazioni…