Skopje , lunedì, 21. marzo, 2022 10:00 (ACI Stampa).
Tra i tanti che si sono adoperati per la salvezza degli ebrei durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, c’era anche il vescovo Smiljan Cekada, che amministrò Skopje dal 1940 al 1967 e che fu dichiarato da Yad Vashem “Giusto tra le nazioni”. La sua storia è stata riproposta dalla Conferenza Episcopale macedone.
Cekada era stato nominato vescovo di Skopje nel 1940. Il contesto storico era particolarmente complicato.
Nell'aprile 1941, dopo che la Germania ei suoi alleati dell'Asse occuparono la Jugoslavia, il paese fu diviso in aree di controllo tra Germania, Italia, Ungheria e Bulgaria. In cambio del suo sostegno alla Germania, alla Bulgaria fu permesso di annettere la Macedonia e la Tracia egea.
A metà del 1942 furono aperti negoziati segreti tra Bulgaria e Germania per pianificare la deportazione di tutti gli ebrei dalla Bulgaria, dalla Tracia e dalla Macedonia nei campi di sterminio in Polonia.
All'inizio di settembre 1942 fu costituita una Commissione speciale per gli affari ebraici (sotto il Ministero dell'Interno), guidata da Alexander Belev. La sua intenzione era quella di porre fine all'isolamento degli ebrei dall'economia, di eliminare tutti i loro diritti rimanenti e infine di deportarli dal paese.