Città del Vaticano , domenica, 20. marzo, 2022 12:18 (ACI Stampa).
Anche nell’Angelus di oggi la guerra in Ucraina è stata al centro dei pensieri e delle parole del Papa.
“Non si arresta – ha detto Francesco - la violenta aggressione contro l’Ucraina, un massacro insensato dove si ripetono scempi e atrocità, non c’è giustificazione. Supplico la comunità internazionale di fare cessare questa guerra ripugnante. Anche questa settimana missili e bombe si sono abbattuti su civili, bambini, madri incinte. Sono andato a trovare i bambini feriti, innocenti, penso ai milioni di rifugiati e provo dolore per chi non può scappare. Non c’è sicurezza nemmeno nei rifugi antiaerei, è disumano e sacrilego perché va contro la sacralità della vita umana indifesa che va rispettata e protetta e non eliminata. E’ crudeltà disumana e sacrilega. Mi consola sapere che alla popolazione rimasta sotto le bombe non manca la vicinanza dei pastori: essi sono vicini al Popolo di Dio. Penso anche al Nunzio Apostolico che dall’inizio della guerra è rimasto a Kiev e con la sua presenza mi rende vicino al martoriato popolo ucraino, stiamo vicino a questo popolo martoriato. Non abituiamoci alla guerra e alla violenza. Accogliamo con generosità anche nei mesi che verranno. Invito ogni comunità e fedele a unirsi venerdì 25 marzo a compiere la consacrazione dell’umanità, di Russia e Ucraina al Cuore Immacolata di Maria affinchè la Regina della Pace ottenga la pace”.
In precedenza il Papa aveva commentato il Vangelo di questa III Domenica di Quaresima. “Quando la cronaca nera ci opprime e ci sentiamo impotenti dinanzi al male, spesso viene da chiedersi: si tratta forse di un castigo di Dio? È Lui a mandare una guerra o una pandemia per punirci dei nostri peccati? E perché il Signore non interviene? Dobbiamo stare attenti: quando il male ci opprime rischiamo di perdere lucidità e, per trovare una risposta facile a quanto non riusciamo a spiegarci, finiamo per incolpare Dio, la brutta e cattiva abitudine delle bestemmie viene da qui”.
Dio – ha sottolineato – “ci lascia sempre liberi e dunque non interviene mai imponendosi, solo proponendosi; Gesù rifiuta e contesta con forza l’idea di imputare a Dio i nostri mali: da Dio non può mai venire il male, sempre ci tratta con misericordia. Invece di incolpare Dio bisogna guardarsi dentro: è il peccato che produce la morte; sono i nostri egoismi a lacerare le relazioni; sono le nostre scelte sbagliate e violente a scatenare il male”.
Da qui ecco la necessità della conversione. “È un invito pressante, specialmente in questo tempo di Quaresima. Accogliamolo con cuore aperto. Convertiamoci dal male, rinunciamo a quel peccato che ci seduce, apriamoci alla logica del Vangelo: perché, dove regnano l’amore e la fraternità, il male non ha più potere”.