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Papa Francesco pubblica la Riforma della Curia, una svolta tutta pastorale

Pubblica nel giorno di inizio del decimo anno di Pontificato la Praedicate Evangelium

Il Papa e la Curia per il Natale 2021 |  | Vatican Media Il Papa e la Curia per il Natale 2021 | | Vatican Media

Alla fine la svolta “pastoralista” di Papa Francesco è arrivata. Quasi inattesa in un giorno festivo e senza spiegazioni del testo della Costituzione Apostolica “Praedicate Evangeliumsulla Curia Romana e il suo servizio alla Chiesa e al Mondo.

Le spiegazioni in una conferenza stampa arriveranno lunedì 21 marzo due giorni dopo la pubblicazione. Paura delle fughe di notizie? Di fatto un modo per perdere il significato vero del testo perché ognuno dovrà “fare da sé”. 

La Costituzione destinata a mandare in soffitta la Pastor Bonus di Giovanni Paolo II più che un approccio giuridico, ne ha uno unico tutto pastorale. 

Lo si vede dalla prima parte, centrata su evangelizzazione e missione, anzi su una vera “conversione missionaria”.

Significativo il ruolo delle Conferenze Episcopali nella vita della Chiesa. Citate per 52 volte rispetto alle 2 della Pastor Bonus le Conferenze assumono un ruolo più chiaro anche se non hanno una natura teologica ma solo giuridica. La nuova Costituzione recita: “L’emergere delle Conferenze episcopali nella Chiesa latina rappresenta una delle forme più recenti in cui la communio Episcoporum si è espressa al servizio della communio Ecclesiarum basata sulla communio fidelium. Pertanto, ferma restando la potestà propria del Vescovo, quale pastore della Chiesa particolare affidatagli, le Conferenze episcopali, incluse le loro Unioni regionali e continentali, insieme con le rispettive Strutture gerarchiche orientali sono attualmente uno dei modi più significativi di esprimere e servire la comunione ecclesiale nelle diverse regioni insieme al Romano Pontefice, garante dell’unità di fede e di comunione”.

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Da qui il loro spazio: "Le competenze che vengono loro assegnate nelle presenti disposizioni sono volte ad esprimere la dimensione collegiale del ministero episcopale e, indirettamente, a rinsaldare la comunione ecclesiale, dando concretezza all’esercizio congiunto di alcune funzioni pastorali per il bene dei fedeli delle rispettive nazioni o di un determinato territorio”.

Altro tema quello dei laici che devono avere spazio in Curia. Non si tratta di una novità ma della conferma di un dato di fatto. 

E su tutto domina l’idea, più volte espressa dal Papa, di una “riforma interiore” che renda tutti missionari, evangelizzatori.

Per fare questo il Papa chiede appunto un grande impegno pastorale anche per i lavoratori della Curia romana con un paragrafo dedicato proprio alla spiritualità.

Nello spirito del decentramento molto spazio ai vescovi ma non su questioni dottrinali o disciplinari. I pastori locali hanno la “facoltà di risolvere nell’esercizio del «loro proprio compito di maestri» e di pastori le questioni che conoscono bene e che non toccano l’unità di dottrina, di disciplina e di comunione della Chiesa”.  Non saranno contenti alcuni vescovi tedeschi. 

L’indole pastorale delle attività curiali è spiegata in sei articoli delle Norme Generali che introducono alla struttura che di fatto è quella esistente, mentre interessanti sono le indicazioni per le viste ad limina Apostolorum dei vescovi con le richiesta di un preciso rendiconto economico, e un testo scritto da portare al Papa sulla loro situazione.

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Evangelizzazione dunque, pastoralità, e missione con grande attenzione alle questioni economiche e una forte conferma dell’autorità assoluta del Papa, secondo lo schema gerarchico tanto caro a Sant’ Ignazio.