Città del Vaticano , venerdì, 18. marzo, 2022 10:05 (ACI Stampa).
"Non possiamo starcene con le mani in mano; come cristiani e come cittadini europei, siamo chiamati ad attuare con coraggio quanto disse uno dei grandi padri fondatori della Comunità europea, Alcide De Gasperi, parlando del bene comune delle nostre patrie europee, della nostra patria Europa (Discorso alla Conferenza parlamentare europea, 21 aprile 1954). Sì, l’Europa e le Nazioni che la compongono non si oppongono tra loro e costruire il futuro non significa uniformarsi, ma unirsi ancora di più nel rispetto delle diversità". E' questo il cuore del Messaggio che il Papa invia a Monsignor Gintaras Grušas, Arcivescovo di Vilnius e Presidente del CCEE, in occasione dell’apertura delle Giornate Sociali Cattoliche Europee (Bratislava, 17-20 marzo 2022).
Questa è la terza edizione delle Giornate Sociali Cattoliche Europee, organizzate dal CCEE insieme alla COMECE e alla Conferenza Episcopale Slovacca a Bratislava.
"Ciò che stiamo vivendo in queste ultime settimane non è quello che speravamo dopo la difficile emergenza sanitaria provocata dalla pandemia, che ci ha fatto sperimentare un segno di impotenza e di timore, assieme alla condizione di fragilità della nostra esistenza. La tragedia della guerra che si sta consumando nel cuore dell’Europa ci lascia attoniti; mai avremmo pensato di rivedere simili scene che ricordano i grandi conflitti bellici del secolo scorso. Il grido straziante d’aiuto dei nostri fratelli ucraini ci spinge come Comunità di credenti non solo a una seria riflessione, ma a piangere con loro e a darci da fare per loro; a condividere l’angoscia di un popolo ferito nella sua identità, nella sua storia e tradizione. Il sangue e le lacrime dei bambini, le sofferenze di donne e uomini che stanno difendendo la propria terra o scappando dalle bombe scuotono la nostra coscienza. Ancora una volta l’umanità è minacciata da un abuso perverso del potere e degli interessi di parte, che condanna la gente indifesa a subire ogni forma di brutale violenza", dice il Papa nel Messaggio passando subito al tema della guerra.
"Ringrazio voi tutti, cari Fratelli nell’episcopato, per la sollecita e corale risposta nel soccorrere quella popolazione, garantendole aiuti materiali, accoglienza e ospitalità - commenta il Pontefice - Non stanchiamoci in questo, e non cessiamo di invocare da Dio e dagli uomini la pace. Vi esorto pertanto a continuare a pregare, affinché quanti detengono le sorti delle Nazioni non lascino nulla di intentato per fermare la guerra e aprire un dialogo costruttivo per porre fine all’immane tragedia umanitaria che sta provocando".
"Il titolo che avete scelto per queste giornate, L’Europa oltre la pandemia: un nuovo inizio, invita riflettere sulla transizione in atto nella società europea. Questo tempo, ancora condizionato dalla pandemia, ha provocato notevoli cambiamenti sociali, economici, culturali e anche ecclesiali. In questa situazione segnata dalla sofferenza sono cresciute le paure, è aumentata la povertà e si sono moltiplicate le solitudini; mentre tanti hanno perso il lavoro e vivono in modo precario, per tutti è mutato il modo di relazionarsi con gli altri. In tale contesto, anche la vita ecclesiale non è stata risparmiata da molteplici difficoltà, specialmente dovute alla limitazione delle attività pastorali", commenta ancora il Papa nel Messaggio.