Città del Vaticano , mercoledì, 23. marzo, 2022 13:00 (ACI Stampa).
Il Motu Proprio “Assegnare alcune competenze”, in vigore dal 15 febbraio 2022, al proposito delle intenzioni delle Sante Messe così dispone: «La riduzione degli oneri delle Messe, da farsi soltanto per causa giusta e necessaria, è riservata al Vescovo diocesano e al Moderatore supremo di un Istituto di Vita Consacrata o di una Società di Vita Apostolica clericali».
Papa Francesco “ha confermato la prassi vigente per il foro interno, ovvero che se un sacerdote ha ricevuto un certo numero di intenzioni per Sante Messe e si trova impossibilitato a celebrarle, può, per mezzo del proprio Confessore, ricorrere alla Penitenzieria Apostolica, che dopo aver valutato il ricorso sulla base delle informazioni ricevute, agirà di conseguenza. Di tutti i casi di eventuale riduzione di oneri di Sante Messe, il Penitenziere Maggiore informerà il Santo Padre in Udienza privata”.
Questa la nota pubblicata il 15 marzo dalla Penitenzieria Apostolica, ma cosa dignifica esattamente?
Ecco la spiegazione del Cardinale Penitenziere Magggiore Mauro Piacenza:
“Tutto ciò che riguarda la Santa Messa costituisce il tesoro più grande della Chiesa e, per questo, anche le intenzioni dei fedeli che chiedono la applicazione di una celebrazione per loro intenzioni particolari o comunque per se stessi, per fedeli vivi o per il suffragio di defunti, devono essere trattate con estremo rispetto e precisione. Nulla di più sacro della celebrazione eucaristica!