Roma , giovedì, 17. marzo, 2022 18:00 (ACI Stampa).
Introduzione:
Nel corso della prima settimana degli Esercizi Spirituali troviamo l'esame di coscienza. Questo rappresenta una modalità con la quale la persona impara a discernere e capire se la propria vita di fede procede nel verso giusto o meno.
Lo specifico del testo, però, non è tanto quello di esaminare i propri limiti, bensì di ringraziare Dio per quanto altro di bello ha donato all'uomo ed in questa lode mettere a fuoco l'esistenza. In ciò sta l'originalità dell'insegnamento del santo, ovvero a sapere guardare alla grandezza ed alla bontà del Padre nei confronti dell'umanità.
Gli aspetti positivi devono essere messi in luce per poter procedere, nel proprio cammino, con senso di riconoscenza per i benefici ricevuti ed al servizio dei fratelli e della comunità ecclesiale.
Moltissimi studiosi del testo hanno cercato di dare una spiegazione alle parola del santo, e fra questi spicca il nome di padre Pedro Arrupe, Preposito generale della Compagnia di Gesù, il quale in una Lettera sulla vita spirituale e l'apostolato, nel 1976, osserva: ”Domandarci periodicamente, come desiderava Sant'Ignazio, e in modo sistematico, al termine di ogni giorno, o alla fine dei una seduta o di un incontro di lavoro, che cosa lo Spirito ha operato in noi durante tutto quel tempo, che cosa nostro Signore ha voluto comunicarci, che cosa noi abbiamo operato in modo non conforme allo Spirito, ecc..; questo a poco a poco, ci verrà educando a superare gli aspetti puramente tecnici ed umani del nostro lavoro e a svolgere la nostra attività con quella specificità che ci è propria come compagni di Gesù. Non è forse questo il profondo significato dell'esame di coscienza ignaziano? (cfr. “Lettera sulla Reale integrazione della vita spirituale e l'apostolato”, 1 novembre 1976).