Tolentino , lunedì, 14. marzo, 2022 13:00 (ACI Stampa).
“Chi fa la guerra dimentica l’umanità… ripeto: tacciano le armi! Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza”.
Partendo dall’appello di pace che Papa Francesco ha lanciato al termine della recita dell’Angelus di domenica 27 febbraio anche all’Abbadia di Fiastra di Tolentino si è svolta una veglia di preghiera per la pace in Ucraina, organizzata da don Rino Ramaccioni, in collaborazione con le associazioni di volontariato ‘Sermit’ ed ‘Amici per…’, Caritas ed Azione Cattolica Italiana, offrendo la testimonianza di p. Andrea Grygorash, sacerdote greco ortodosso ucraino nella città maceratese, che ha spiegato le ragioni dell’invasione: “Una delle innumerevoli conseguenze dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca (spesso poco visibile dall’esterno) è la profonda frattura creata all’interno della stessa società russa. Quest’ultima si è letteralmente spaccata sulla questione: per alcuni si tratta di una flagrante aggressione, per gli altri solo di un’operazione speciale volta a riunificare il Paese, spezzato da tre presidenti (russo, ucraino, bielorusso) nel dicembre 1991”.
Il sacerdote ha compiuto alcuni viaggi al confine ucraino, portando coperte, generi alimentari e farmaci ai profughi ucraini, ha raccontato la situazione del territorio: “La situazione è tragica. Molti sono in fuga; soprattutto donne e bambini, mentre gli uomini, dopo averle accompagnate al confine, ritornano indietro per prepararsi a resistere a tutti i costi.”
Ed ha spiegato la resistenza degli ucraini: “Gli ucraini, con le tante loro ferite ancora sanguinanti, inflitte proprio dal fratello nel battesimo, resistono e lottano per essere finalmente ucraini, liberati dal destino di vivere sotto le dittature moscovite. Quando la guerra finirà, si può sperare solo che questo risveglio nasca dal perdono, non dall’abisso del rancore”.
Anche dalle donne ucraine presenti alla veglia di preghiera si denota questa ‘resistenza’ mista a preoccupazione per i familiari rimasti in quella terra a combattere, ma ricordano gli anni duri dell’invasione sovietica.