Città del Vaticano , domenica, 13. marzo, 2022 12:15 (ACI Stampa).
Il sonno dei discepoli mentre Gesù prega è un sonno fuori luogo che “somiglia forse a tanti nostri sonni che ci vengono durante momenti che sappiamo essere importanti? Magari alla sera, quando vorremmo pregare, stare un po’ con Gesù dopo una giornata trascorsa tra mille corse e impegni. Oppure quando è ora di scambiare qualche parola in famiglia e non si ha più la forza”.
E’ la questione che pone Papa Francesco come commento al brano evangelico della Trasfigurazione.
Prima della preghiera dell’ Angelus a mezzogiorno in Piazza San Pietro il Papa ha ribadito che la Quaresima è “un periodo in cui Dio vuole svegliarci dal letargo interiore. Perché, ricordiamolo bene, tenere sveglio il cuore non dipende solo da noi: è una grazia, e va chiesta”.
Come i discepoli Gesù fa luce per svegliarci, spiega il Papa “come loro, anche noi abbiamo bisogno della luce di Dio, che ci fa vedere le cose in modo diverso; ci attira, ci risveglia, riaccende il desiderio e la forza di pregare, di guardarci dentro, e di dedicare tempo agli altri”.
Nonostante la fatica allora “diamo al Signore la possibilità di sorprenderci e ridestarci il cuore” e di “trasfigurare le nostre giornate, di dare loro un senso nuovo, una luce diversa e inattesa” chiedendo aiuto allo Spirito Santo.