Città del Vaticano , sabato, 12. marzo, 2022 17:14 (ACI Stampa).
Tre verbi per spiegare la Trasfigurazione, il brano del Vangelo letto nella messa cui ha presenziato Papa Francesco alla chiesa del Gesù in occasione del l IV centenario della Canonizzazione dei Santi Isidoro l’Agricoltore, Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Teresa di Gesù e Filippo Neri.
Prendere con sé: “Gesù ha fatto con noi come con Pietro, Giacomo e Giovanni: ci ha chiamati per nome e ci ha presi con sé” per portarci al suo monte santo. “Allora, quando proviamo amarezze e delusioni, quando ci sentiamo sminuiti o incompresi, non perdiamoci in rimpianti e nostalgie. Sono tentazioni che paralizzano il cammino, sentieri che non portano da nessuna parte. Prendiamo invece in mano la nostra vita a partire dalla grazia. E accogliamo il regalo di vivere ogni giorno come un tratto di strada verso la meta”.
E i discepoli sono una comunità. “La nostra chiamata è radicata nella comunione. Per ripartire ogni giorno, oltre al mistero della nostra elezione, occorre far rivivere la grazia di essere stati presi nella Chiesa, nostra santa Madre gerarchica, e per la Chiesa, nostra sposa. Siamo di Gesù, e lo siamo come Compagnia” dice rivolto ai gesuiti ai quali chiedi di custodire la comunione senza inseguire successi personali o cordate. “Non lasciamoci - dice il Papa- risucchiare dal clericalismo che irrigidisce e dalle ideologie che dividono.
C’è poi il verbo salire: “Per seguire Gesù bisogna dunque lasciare le pianure della mediocrità e le discese della comodità; bisogna lasciare le proprie abitudini rassicuranti per compiere un movimento di esodo”. Bisogna combattere la tentazione mondana di “ricercare la gloria senza passare dalla croce”.
E ai gesuiti dice: “l’uscita e la salita seguono un percorso specifico, che il monte ben simboleggia” in quel confine dove “l’uomo “affronta” Dio con fatica” E “mentre il nemico della natura umana vuole convincerci a tornare sempre sugli stessi passi, quelli della ripetitività sterile, della comodità, del già visto, lo Spirito suggerisce aperture, dà pace senza lasciare mai in pace, invia i discepoli agli estremi confini”. Il pensiero va a Francesco Saverio. E aggiunge. Bisogna lottare per difendere la consacrazione al Signore. “Per chi segue Gesù - dice il Papa- non è tempo di dormire, di lasciarsi narcotizzare l’anima, di farsi anestetizzare dal clima consumistico e individualistico di oggi, per cui la vita va bene se va bene a me; per cui si parla e si teorizza, ma si perde di vista la carne dei fratelli, la concretezza del Vangelo”. E il riferimento è a Santa Teresa che “ci aiuti a uscire da noi stessi e a salire sul monte con Gesù, per accorgerci che Lui si rivela anche attraverso le piaghe dei fratelli, le fatiche dell’umanità, i segni dei tempi”.