Roma , venerdì, 11. marzo, 2022 16:00 (ACI Stampa).
La devozione e la fede delle babushke russe, le nonne, le anziane con i loro fazzolettoni annodati sotto il mento: forse non se lo sarebbe aspettato, il sacerdote proveniente dall’Italia, dopo un lungo percorso di fede con tanti giri e tante svolte, con dolori mai cancellati e speranze sempre pronte a rinverdire. Però quegli sguardi, quegli occhi che avevano visto morire figli, mariti, amici, avevano patito dolori immensi e sterminati come le steppe siberiane e gli infiniti orrori dei gulag, quegli occhi, insomma, non contengono solo dolore, solo odio e disperazione.
Il sacerdote si trova un giorno, in una cittadina sprofondata alla fine del mondo, e parla con una di queste anziane, prova a chiederle qualcosa che da molto tempo occupa i suoi pensieri, forse teme anche di affacciarsi a quella vertigine di male e di dolore, il mistero del male, mysterium iniquitatis, ma insomma si fa coraggio e le chiede cosa pensa di Stalin: “Cosa penso? Guardi che l’ho perdonato tanti anni fa, perché se non si perdona non si vive più. E io come avrei potuto continuare a vivere, dopo aver visto uccidere due figli?”. “Ricordo che mi misi a piangere e me ne andai zitto zitto con la coda tra le gambe, senza riuscire più a parlare per tutto il giorno”, racconta oggi quel sacerdote, diventato nel frattempo monsignor Paolo Pezzi, vescovo cattolico di Mosca.
Questo racconto lo possiamo leggere nel libro-intervista realizzato con il giornalista Riccardo Maccioni e pubblicato dalle Edizioni Ares, dal titolo La piccola Chiesa nella grande Russia (pp. 192, euro 16). Nel volume, partendo dalla sua vita e dalla sua missione, l’autore offre una visione, da una prospettiva comunque privilegiata, della realtà della Russia contemporanea, intrecciando storie, testimonianze, valutazioni sull’attualità e il futuro della Chiesa, della Russia stessa e del mondo. Sulla base non di pregiudizi e di preconcetti, ma alla vita vissuta, dagli incontri vissuti, dalla conoscenza della storia di queste terre. Il libro è ovviamente stato scritto prima degli ultimi tragici eventi, ma quello che racconta ci aiuta a capire quello che sta accadendo, quello che stiamo vivendo.