Leopoli , mercoledì, 9. marzo, 2022 14:00 (ACI Stampa).
Non è ancora arrivata la guerra a Leopoli, Lviv in Ucraino, città nella parte occidentale dell’Ucraina, quasi più polacca che realmente ucraina. Eppure, gli abitanti hanno paura che i russi non si fermeranno ad una eventuale conquista di Kiev ed Odessa, andranno avanti, fino a bombardare anche quella parte di territorio che fino ad ora è stata un rifugio sicuro. E così, si sono messi in moto per preservare le loro opere d’arte. A cominciare da una statua di legno, quella del Cristo Salvatore, che era collocata nella cattedrale armena di Leopoli.
La foto del Cristo chiuso in un container per essere messo al sicuro nei sotterranei è rimasta una immagine simbolo di una città che si prepara all’assedio. Scattata da André Luis Alvarez, postata dall’esperto di protezione dei patrimoni artistici in zone di conflittto, Tim Le Berre, riproposta dalla rete Euromaidan su Twitter, la foto risveglia sentimenti difficili e contrastanti, perché l’ultima volta che quel crocifisso in legno era stato rimosso dalla cattedrale di Leopoli era stato per la paura dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Un timore, quello di una guerra in cui perdere la sovranità, che fa venire i brividi agli ucraini.
Ma gli ucraini di Leopoli vogliono anche preservare la loro storia. Il centro storico della città, fondato nel XII secolo, è Patrimonio UNESCO, come la cattedrale di Santa Sofia di Kiev, anche quella minacciata da possibili bombardamenti negli scorsi giorni, poi eventualmente scongiurati, almeno per ora. E così, in tutta la città, le sculture vengono avvolte da teli ignifughi, lana di vetro, alluminio, e impacchettate in sacchi per poter proteggere le statue dalle onde d’urto di eventuali esplosioni. Certo, se la bomba cadesse proprio sopra la statua, ci sarebbe poco da fare. Ma queste protezioni permettono almeno che le statue più piccole non si riducano in mille pezzi.
La cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine di Leopoli, conosciuta come cattedrale armena, risale al 1363. Alla fine del XVII, gran parte del clero armeno si unì a Roma, dando vita alla Chiesa armena cattolica di rito orientale, e all’arcidiocesi di Leopoli della Chiesa armena cattolica.
La cattedrale è stata parte dell’arcidiocesi armeno cattolica fino al 1945, ma nel 2000 è tornata all’eparchia armena.