Firenze , giovedì, 3. marzo, 2022 9:00 (ACI Stampa).
Spagnolo, salesiano, Arcivescovo di Rabat. Anche il Cardinale Cristobal Lopez Romero ha partecipato la scorsa settimana a “Mediterraneo Frontiera di Pace”. Al porporato abbiamo chiesto un commento sulla emergenza migratoria che ora si apre dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, parlando anche di un possibile Sinodo per il Mediterraneo.
L’emergenza migratoria non importa se proviene da sud, nord, est o ovest. È sempre un fratello che bussa alla nostra porta, e nella figura di quel fratello scopriamo Cristo che come dice l'Apocalisse “Io sono alla porta e busso" quindi da parte nostra deve essere chiaro il gesto di accoglienza, noi cristiani non possiamo chiudere le porte al fratello che è nel bisogno. Questo è un principio generale. A parte questo, ognuno ha il diritto di stabilirsi dove gli sembra meglio per la propria vita, ovviamente rispettando le regole e le leggi che ogni Paese stabilisce. Ma dobbiamo anche lavorare per cambiare le condizioni di ogni Paese in modo che nessuno sia costretto a emigrare per obbligo, cioè che tutti possano rimanere nel loro Paese e avere condizioni di vita dignitose. Questo è un lavoro di vasta portata, questo è cambiare il mondo, il sistema economico, questo è cambiare le leggi del mercato, che sono ciò che causa disuguaglianze economiche, conflitti, guerre ed è ciò che provoca la migrazione forzata.
Un messaggio di speranza può arrivare da questo convegno che si è svolto a Firenze?
Sì: condividere insieme l'esperienza fraterna di pregare e condividere opinioni è già un messaggio di speranza, dobbiamo essere servitori della speranza. Scoraggiarsi ed entrare in depressione sarebbe più facile, tuttavia crediamo nella speranza, speriamo in un mondo nuovo, un nuovo cielo, una nuova terra e dobbiamo impegnarci a costruirla e incoraggiamo i giovani in questa direzione.
Possiamo aspettarci la convocazione del Papa di una assemblea speciale del Sinodo per il Mediterraneo, dopo quello per il Medio Oriente, dopo quello per il Libano?