Città del Vaticano , lunedì, 28. febbraio, 2022 16:30 (ACI Stampa).
Si deciderà domani se il processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato andrà avanti, e secondo quale calendario. Dopo una ottava udienza durata 3 ore e 20 minuti, in cui sono state analizzate le ultime eccezioni di nullità, sono state ascoltate le parti civili ed è stato garantito diritto di replica al promotore di Giustizia, il presidente del Tribunale vaticano Giuseppe Pignatone, come previsto, si prende mezza giornata per rispondere. Ma, e lo fa mettere agli atti, non ritiene che le difese abbiamo fatto “ostruzionismo fino ad ora”, rispondendo direttamente ad una accusa, indiretta ma nemmeno velata, di aver rallentato la giustizia avanzata da una delle parti civili citando un discorso di San Giovanni Paolo II alla Rota Romana.
Ma il promotore di Giustizia Alessandro Diddi fornisce anche una stima delle perdite nell’investimento sul palazzo di Londra di Sloane Avenue, che è il filone più grande del processo. Le perdite ammonterebbero, secondo Diddi, a 217 milioni di euro. L’ultimo bilancio della Curia Romana ha affermato, comunque, che la Santa Sede ha venduto l’immobile, guadagnando anche il 10 per cento in più di quanto previsto.
Al centro del processo, vale la pena ricordarlo la vicenda dell’investimento della Segreteria di Stato in un immobile di lusso a Londra. Ci sono dieci imputati e quattro società coinvolte, e le accuse vanno anche a coprire reati diversi, facendo del processo un processo più ampio sul modo in cui venivano gestiti i fondi della Segreteria di Stato. Si sono costituite come parti civili la Segreteria di Stato, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, l’Istituto per le Opere di Religione e, ultima aggiunta con richiesta del 31 gennaio 2022, l’Autorità di Sorveglianza e Informazione Finanziaria.
Le eccezioni presentate dai difensori sentiti oggi hanno reiterato la difficoltà nel ricevere tutta la documentazione da parte della difesa, ma anche la denegata giustizia, la mancanza di una convocazione appropriata nel caso dell’avvocato Squillace (cui il promotore di giustizia ha risposto con forza, smentendo di non aver notificato interrogatori e sequestri) e vari altri errori procedurali.
L’avvocato Giovanni Flick, che rappresenta l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica costituitasi in parte civile, ha sottolineato che da sempre l’APSA è destinata a gestire i fondi della Santa Sede, ha parlato di “silenzio e reticenza” riguardo l’acquisto dell’immobile di Sloane Avenue a Roma,