Città del Vaticano , venerdì, 18. febbraio, 2022 17:00 (ACI Stampa).
Non è ancora terminata la settima udienza del processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, che include dieci imputati, tra i quali il Cardinale Angelo Becciu. Sono stati intanto uniti i due tronconi dell’inchiesta, e fatti rientrare nel binario generale anche i quattro imputati stralciati per motivi di irregolarità e per i quali l’indagine era ripartita da zero. E due sono effettivamente le sostanziali novità del processo: una rogatoria internazionale per le indagini sulla diocesi di Ozieri, che ha coinvolto anche il Cardinale Becciu; e la costituzione in parte civile dell’Autorità di Sorveglianza e Informazione Finanziaria.
L’udienza sarà comunque terminata il 28 febbraio, e, se tutto andrà bene, ci sarà una ordinanza l’1 marzo, e questo, ha detto Giuseppe Pignatone, presidente del Tribunale Vaticano, “se e sottolineo se tutto sarà risolto”. Parole che lasciano pensare anche alla possibilità che vengano recepite alcune delle eccezioni di nullità, anche se in realtà sembra molto più plausibile che si entri nel vivo del processo appena possibile.
Al centro del processo, vale la pena ricordarlo la vicenda dell’investimento della Segreteria di Stato in un immobile di lusso a Londra. Ci sono dieci imputati () e quattro società coinvolte, e le accuse vanno anche a coprire reati diversi, facendo del processo un processo più ampio sul modo in cui venivano gestiti i fondi della Segreteria di Stato.
L’ASIF diventa dunque il quarto ente vaticano a costituirsi parte civile, dopo Segreteria di Stato, Istituto per le Opere di Religione e Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. I motivi della costituzione in parte civile, depositata lo scorso 31 gennaio, non sono stati esplicitati, perché l’intervento dell’avvocato ASIF Anita Titomanlio è stato rinviato all’udienza del prossimo 28 febbraio. In quell’udienza, ci sarà anche un altro intervento, e poi le repliche del promotore di giustizia vaticano, Alessandro Diddi, profondamente chiamato in causa nel corso di quattro ore e mezza di dibattimento intervallate da due sospensioni, di cui una particolarmente lunga.
Gli avvocati di Enrico Crasso, il broker che gestiva gli investimenti della Segreteria di Stato, del Cardinale Angelo Becciu, di monsignor Mauro Carlino, dell’ex officiale di Segreteria di Stato Fabrizio Tirabassi e, per la prima volta, anche di Gianlugi Torzi (per il quale è caduto il legittimo impedimento) hanno tutti opposto varie eccezioni di nullità del processo, parzialmente già affrontate in precedenza: la non disponibilità per la difesa di tutte le trascrizioni e i video degli interrogatori nonché dei documenti e dunque l’impossibilità di potersi difendere fino in fondo; il non rispetto dei criteri della legittima difesa, in particolare anche nell’arresto di Gianluigi Torzi avvenuto durante l’interrogatorio, un mandato di cattura definito nullo perché non c’è stata possibilità di impugnare la decisione del tribunale.