Città del Vaticano , giovedì, 17. febbraio, 2022 15:00 (ACI Stampa).
“Se c’è della bellezza è perché Dio è buono e ce la dona”. Papa Francesco lo ha detto a Monsignor Le Gall, in udienza per il 10° anniversario della “Diaconie de la Beauté”.
“Le Sacre Scritture ci parlano molto della bellezza dell’universo- ha detto il Papa- e di tutto ciò che racchiude, e che rimanda per analogia a quella del Creatore. Esse ci ricordano anche che ciascuno di noi è chiamato per natura a essere artigiano e custode di tale bellezza. Il lavoro artistico completa, in un certo senso, la bellezza della creazione e, quando è ispirato dalla fede, rivela più chiaramente agli uomini l’amore divino che ne è all’origine”.
La bellezza crea comunione ha detto il Papa, nel tempo e nello spazio, perché “ l’artista non è limitato neppure dallo spazio, perché la bellezza può toccare in ciascuno ciò che ha di universale – specialmente la sete di Dio – superando le frontiere delle lingue e delle culture. Se è autentico, l’artista è capace di parlare di Dio meglio di chiunque”.
Eda ha aggiunto: “Nel difficile contesto attuale che il mondo conosce, in cui lo smarrimento e la tristezza sembrano a volte avere il sopravvento, la vostra missione si rivela più che mai necessaria, perché la bellezza è sempre una sorgente di gioia, mettendoci in contatto con la bontà divina. Se c’è della bellezza è perché Dio è buono e ce la dona. E questo ci dà gioia, ci rassicura, ci fa bene”.
Il Papa ha poi citato San Giovanni Paolo II e la sua Lettera agli artisti, “che vi invito a rileggere con attenzione” ricordando che “la Chiesa ha bisogno dell’arte. Essa deve, infatti, rendere percepibile e, anzi, per quanto possibile, affascinante il mondo dello spirito, dell’invisibile, di Dio”.