Città del Vaticano , giovedì, 10. febbraio, 2022 9:00 (ACI Stampa).
“Ma chi avrebbe potuto dormire con quella purissima aria, a quell’altezza, nel centro di quel grandiosissimo fra i più grandiosi teatri alpini, in quell’atmosfera tutta pura e trasparente, sotto quel cielo del più cupo zaffiro, illuminato da un filo di luna e, fin dove l’occhio giungeva, tutto scintillante di stelle, in quel silenzio”.
Parole che fanno sognare, parole che sembrano nate nella mente di chi ha fatto della montagna una vera e propria vocazione. Sarà invece un'altra, la vocazione a cui sarà chiamato l’autore di queste righe: l’alpinista che le ha scritte, infatti, diventerà Papa col nome di Pio XI, ossia Achille Ratti.
Il Pontefice che rimarrà nella storia per la firma dei Patti Lateranensi aveva uno sconfinato amore per l’alpinismo. Ma la sua, non era solo una passione: basterebbe ripercorrere le vette che riuscì a raggiungere durante gli anni precedenti al suo servizio presso la Biblioteca Vaticana. Una carriera alpinistica degna del nostro Reinhold Messner, noto al grande pubblico per essere stato il primo al mondo ad aver scalato tutte le quattordici cime del pianeta che superano gli 8.000 metri dal livello del mare. E anche Achille Ratti, durante la sua carriera alpinistica, ebbe un traguardo di non poco conto: fu il primo a raggiungere - il 31 luglio 1889 - la cima del Monte Rosa, dalla parete Est, una delle più impervie.
L’attività alpinistica di don Achille Ratti si svolse nell’arco di circa trent’anni. Le prime vere esperienze iniziarono nel 1885 con la salita della Cima di Jazzi e del Colle del Turlo, e terminano nell’ottobre del 1913, l’anno prima che Ratti diventasse Prefetto della Biblioteca Vaticana.
Il “periodo d’oro” fu segnato dagli anni 1889 e 1890, durante i quali don Ratti - allora trentaduenne - compì la sua impresa più importante: la conquista del trittico Monte Rosa, Cervino e Monte Bianco. La scalata del Monte Rosa fu una vera e propria impresa nazionale: la parete dalla quale Ratti arrivò alla vetta del Monte Rosa non era mai stata scalata. Eppure il futuro Pio XI riuscì, con ferma determinazione, a raggiungere il suo obiettivo. Ma il fatto più sorprendente fu che pochi giorni dopo da quel traguardo, riuscì a conquistare un’altra vetta, non meno pericolosa della precedente. Il 31 luglio 1889 giunge alla vetta del Monte Rosa e il giorno dopo, il 1 agosto 1889, don Ratti già sarà pronto per un’altra scalata: il Monte Cervino. La partenza avvenne alla mezzanotte del 6 agosto e, con una rapidità fulminante, il giovane sacerdote arrivò lo stesso giorno alle quattro e mezza del pomeriggio. Con queste parole, raccolte nei suoi Scritti alpinistici (editi nel 1923), ricorderà l’incredibile esperienza: