Città del Vaticano , sabato, 7. novembre, 2015 9:00 (ACI Stampa).
Per conoscere l’ordine dei Predicatori bisogna salire sull’Aventino, uno dei sette colli di Roma, ed entrare nella mistica atmosfera di una delle basiliche più antiche dell’ Urbe. Perché è proprio a Santa Sabina che all’inzio del 1200 nasce l’ordine fondato da Domenico di Guzman, San Domenico.
É il 1219 quando Papa Onorio decide di donare a Domenico la magnifica chiesa. Sono passati appena 5 anni da quando il Papa ha confermato la intuizione di Domenico. Nel 1225, il quarto concilio Laterano aveva dichiarato l’importanza di affidare ad alcuni il ministero della predicazione, in un tempo in cui già si parlava nella Chiesa del bisogno di rinnovamento dell’evangelizzazione. Ecco perché oggi, 7 novembre Santa Sabina è di nuovo il centro pulsante della vita dei Predicatori, 800 anni dopo, per iniziare da qui il cammino di un Giubileo che si protrarrà fino al 2017 con appuntamenti ed eventi in ogni parte del mondo dove i domenicani sono presenti e dove sono le radici della storia dei grandi santi domenicani. Il 7 novembre si celebrano proprio loro, i santi dell’ Ordine.
A ripercorrere la storia di un evento che ha segnato la storia della Chiesa è Fr. Bruno Cadoré. L’86° successore di San Domenico di Guzmán prima di entrare nell’Ordine, madre francese e padre della Martinica, era un prestigioso medico ricercatore a Strasburgo, nel 1986 è diventato sacerdote ed è superiore generale di più di 6.000 domenicani sparsi in tutto il mondo.
“Domenico de Guzman, fin dal 1206, predicava nel sud della Francia, in Linguadoca, dove aveva incontrato folti gruppi di “puri”.- spiega Cadoré. Domenico e i catari, predicatore itinerante, voleva, attraverso l’incontro e l’amicizia, far conoscere l’amicizia di Dio per gli uomini, a cominciare dai più poveri e dai peccatori. “Pian piano arrivarono i fratelli e donne convertite dal catarismo, che diventeranno le prime monache, e compagni desiderosi di predicare con lui e laici che volevano dare il loro contributo a questa nuovissima avventura.”
Una “famiglia” religiosa fin dell’inizio. “Domenico percepì il bisogno, nella Chiesa e nel mondo, di una nuova forma di vita religiosa: si sarebbe trattato di consacrarsi alla contemplazione del mistero della Parola nel chiostro con la preghiera, lo studio e l’esperienza della vita fraterna, nonché di uscire dal chiostro per raggiungere i propri contemporanei e parlare con loro di Colui che si rivela in questa Parola e viene per vivere con gli uomini come un amico.”