Una domanda ricorre nel Salento: chi è stato il primo evangelizzatore?
Purtroppo non ci sono documentazioni certe, ma come scrive Vincenzo Rosafio nella sua pubblicazione, ci sono alcuni dettagli storici molto utili.
E’ certa la partecipazione al Concilio di Nicea di un vescovo della Calabria, oggi Salento.
C’è poi una lettera di papa Celestino I (422-432)diretta ai vescovi della zona che invita ad eleggere vescovi e chierici consacrati della Chiesa e non semplici laici, e infine alcune strofe del Propemticon di San Paolino che narra di una Chiesa già ricca di chierici nella seconda metà del 300.
In pratica il IV secolo è decisamente un secolo fiorente per il cristianesimo nel Salento.
Vescovi, monaci e monache, alcuni cenobi fanno pensare ad una evangelizzazione già forte e quindi consolidata e abbastanza antica.
Ecco allora che le “leggende” sul passaggio di San Pietro nel basso Salento hanno una base storica. Del resto sono molte le le memorie del passaggio dell’ Apostolo. Proprio a Leuca a duecento metri dal santuario c’è una colonna che ricorda la predicazione di San Pietro. É la Croce Petrina. Quella attuale è il rifacimento di una precedente che si era rovinata. A Giuliano di Lecce c’è la chiesa di san Pietro e del resto l’itinerario dalla Bitinia a Roma dei primi secoli passa per il monte iapigio, Capo di Leuca, e il porto di Leuca erano tappe obbligate dalla Grecia Roma.
E sono molte le località che portano il nome di Pietro: San Pietro in Galatina, San Pietro in Mandurino, San Pietro Vernotico, San Pietro in Samari.
Non sono prove assolute, ma si sa che la tradizione si fonda spesso sulla realtà.
La storia ecclesiastica del Santuario ci ricorda che è stato anche sede vescovile forse sotto il dominio bizantino, e poi latina con testi e documeni che lo attestano.
E c’è poi la presenza di monaci basiliani rifugiatasi anche qui dalle lotte iconoclaste. Basta ricordare l’abazia di San Demetrio o la Grotta Camicia a Leuca, un monastero scavato nella roccia, e le tante grotte nelle vicinanze.
Da questo nasce la presenza del rito bizantino vivo nella zona fino al XVI secolo.
Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana
Ricevi ogni giorno le notizie sulla Chiesa nel mondo via email.
Nell'ambito di questo servizio gratuito, potrete ricevere occasionalmente delle nostre offerte da parte di EWTN News ed EWTN. Non commercializzeremo ne affitteremo le vostre informazioni a terzi e potrete disiscrivervi in qualsiasi momento.
Altro ruolo fondamentale del Santuario era quello del luogo di penitenza.
Una attività che fu interrotta solo dalla presenza napoleonica e venne ripristinata grazie all’impegno nel 1873 del vescovo di Ugento.
La devozione mariana è grandissima al Santuario specialmente il lunedì dell’ Angelo e il 13 aprile giorno in cui un devoto tal Lupo Milanese a memoria del miracolo aveva disposto per testamento che si dovesse dare vino buono gratis a chiunque passasse per santa Maria di Leuca.
Storie, leggende, tradizioni si moltiplicano e si intrecciano anche nella nascita degli Alfieri di Maria voluti da un pellegrino francese agli inizi del 1800.
Ovviamente il Santuario è anche un itinerario storico, artistico a grande richiamo turistico. Ma ci sono ancora oggi cardinali e vescovi che scelgono questo luogo per dei ritiri e delle “vacanze” per lo spirito e per il corpo.
Leuca è un luogo dello spirito e della storia che unisce Oriente ed Occidente sotto il luminoso manto di Maria, esposta alle intemperie della storia, come le incursioni turche fino alla attuale chiesa del del 1755 e che grazie all’amore dei fedeli è ancora oggi vedono in quel “bianco” il candore della fede.