Città del Vaticano , venerdì, 28. gennaio, 2022 13:00 (ACI Stampa).
Il bilancio 2022 della Santa Sede è un bilancio che viene chiamato di “missione”, che deve essere considerato più un budget o un bilancio preventivo, e che viene presentato come un ulteriore passo dell’impegno della Santa Sede, e del lavoro della Segreteria per l’Economia, verso la piena trasparenza finanziaria. Ma quello della Santa Sede è anche un bilancio che lascia delle questioni aperte, anche quando vuole dare risposte. E una delle questioni aperte riguarda la gestione dell’investimento della Segreteria di Stato in un palazzo di lusso a Londra, un affare che è finito sotto le lenti di un procedimento giudiziario vaticano ancora in corso, e che però è stato portato a termine in maniera fruttuosa.
Almeno secondo quanto spiega padre Juan Antonio Guerrero Alves, prefetto della Segreteria dell’Economia, in una intervista istituzionale concessa a Vatican News, perché come di consueto il bilancio è stato pubblicato senza conferenza stampa, e dunque senza la possibilità per i giornalisti di porre domande.
Londra, dunque. Spiega padre Guerrero che “sono stati assunti un broker a Londra e uno studio legale, entrambi con una gara ristretta, così come una persona di fiducia a Londra per accompagnare il processo e rappresentare i nostri interessi”, che hanno lavorato con un team della Santa Sede e aiuti professionali esterne. Quindi, “sono state ricevute sedici offerte, quattro sono state selezionate, dopo una seconda tornata di offerte, è stata scelta la migliore. Il contratto di vendita è stato firmato, abbiamo ricevuto il 10% del deposito e tutto sarà concluso nel giugno 2022”.
Conclude padre Guerrero: “La perdita della presunta truffa, di cui si è parlato molto e che ora è sottoposta al giudizio dei tribunali vaticani, era già stata presa in considerazione nel bilancio. L'edificio è stato venduto al di sopra della valutazione che avevamo in bilancio e della valutazione fatta dagli istituti specializzati”.
Parole che fanno comprendere come, nonostante le perdite dovute ai passaggi alla gestione, l’investimento a Londra fosse un affare, e dunque la Segreteria di Stato aveva tutte le ragioni di cercare di salvare l’investimento. Tanto più che questo investimento ha poi portato ad un guadagno. Sono parole che di certo dovranno avere un peso nel processo in corso, e che non vanno sottovalutate.