Bologna , venerdì, 28. gennaio, 2022 16:00 (ACI Stampa).
Scoperto il fenomeno responsabile dello scurimento della doratura ne ‘La Maestà di Santa Maria dei Servi’ a Bologna, grazie alle indagini di un team di ricerca guidato da Cnr-Scitec e Università di Bologna nello studio, pubblicato sulla rivista Journal of Analytical Atomic Spectrometry, che ha esaminato campioni del ‘pigmento dorato’, adoperato dal pittore fiorentino come sostitutivo della più costosa foglia di metallo.
La celebre Maestà di Santa Maria dei Servi, opera di Cimabue custodita nell’omonima chiesa di Bologna, (1280-128 5ca., tempera e oro su tavola) è tra le opere interessate da questo processo di imbrunimento. Per capire le cause del fenomeno un team di ricerca guidato dall’Istituto di scienze e tecnologie chimiche ‘Giulio Natta’ (Scitec) del Consiglio nazionale delle ricerche e dall’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia e l’Università di Anversa (Belgio), ha esaminato il capolavoro cimabuesco. I risultati dell’indagine sono stati pubblicati sulla rivista ‘Journal of Analytical Atomic Spectrometry’.
Letizia Monico, ricercatrice del Cnr-Scitec primo autore dell’articolo, ha fatto luce sul problema, rivelando che l’imbrunimento delle decorazioni ‘finto oro’ del trono della Maestà è primariamente imputabile all’umidità e che tale fenomeno può aggravarsi se la pittura viene esposta alla luce.
Quale valore ha questa scoperta?
“La ricerca ha messo in luce i fattori responsabili dell’imbrunimento del ‘finto oro’, un materiale costituito da una miscela di orpimento (un pigmento giallo) ed argento metallico, adoperato dal Cimabue per la realizzazione di alcune decorazioni del trono ne ‘La Maestà’ di Santa Maria dei Servi a Bologna. In particolare, lo studio ha rivelato che l’imbrunimento è primariamente imputabile all’umidità e che tale fenomeno può aggravarsi se la pittura viene esposta alla luce. Il risultato è importante per l’ottimizzazione delle strategie di conservazione preventiva de la Maestà e di altre opere realizzate con una tecnica simile a quella impiegata dal Cimabue”.