Roma , giovedì, 27. gennaio, 2022 9:00 (ACI Stampa).
“ E dunque ho visto Lolek. Ho scritto a Jurek. E adesso, drogi Kurt, voglio parlare con te. Raccontami di questi anni, e io ti racconterò i miei…” Un finale da filma per un libro che corre via come corre la storia.
E i “quattro protagonisti di questa vicenda vivono la drammaticità degli eventi sulla propria pelle. Al punto che il racconto delle loro traversie, pur nel suo microcosmo, diventa paradigma della catastrofe che si sarebbe abbattuta di lì a poco sull’Europa”.
“ Gli amici di Lolek”, di Gianfranco Svidecoschi, edito da TerraSanta è questo e molto altro.
Dopo aver raccontato quasi 30 anni fa, la storia di Jurek in quella “Lettera d un amico ebreo”, Svidercoschi, vaticanista e cronista del Concilio Vaticano II, racconta un’altra storia, anzi altre storie che si intrecciano come in un tessuto prezioso a quelle del giovane Karol Wojtyła negli anni della II Guerra Mondiale. Quattro storie che sono la storia di amicizia ma anche di vita. Tre ebrei in Polonia, un cattolico. Prigionie, deportazioni, esodi ed esili che però non cancellano i ricordi. Come quello romantico e suggestivo dell’ultimo ballo degli studenti nel 1939 all’inizio dell’ anno accademico a Wadowice. Non lontano il rombo della guerra comincia a farsi sentire e il dialogo che l’autore immagina tra tre ragazzi racconta la storia delle persecuzioni per gli ebrei. Perché l’antisemitismo serpeggia in Polonia anche tra i ragazzi delle scuole, nelle strade dopo la morte del grande eroe della Patria, Pilsudski.
Anche la piccola Wadowice vive il suo antisemitismo.